di Marco Braccetti
Stessa spiaggia, stesso mare, stessi errori. Lungo le spiagge libere sambenedettesi, continuano a fare bella (anzi: brutta) mostra di sé i cartelloni “monitori” che segnalano ai bagnanti l’assenza del servizio di salvamento. Peccato che, invece, tale servizio sia regolarmente attivo, ormai da circa 10 giorni.
L’amministrazione comunale spende una bella sommetta per avere i baywatch anche lungo i lidi non in concessione: 104.257,85 euro a stagione. Un peccato che i cartelli non siano stati smantellati a tempo debito, perché ciò non solo crea dubbi e apprensioni inutili tra i frequentatori delle spiagge libere, ma non valorizza un benefit che la Città di San Benedetto offre a residenti e turisti.
A differenza dei titolari degli chalet, le amministrazioni pubbliche non devono necessariamente garantire la presenza dei baywatch nei lidi di loro competenza. «Nel caso in cui i Comuni costieri competenti per giurisdizione non possano provvedere ad attivare il servizio di salvataggio – chiariscono dalla Capitaneria di porto – oltre a darne motivata ed immediata comunicazione all’Autorità marittima, hanno l’obbligo di procedere al posizionamento su tutti i tratti destinati alla libera fruizione di specifici cartelli monitori ben visibili dagli utenti». Così aveva fatto il Comune di San Benedetto all’avvio della stagione balneare 2025 (17 maggio) per poi chiamare in servizio successivamente gli angeli in canottiera rossa. «La garanzia dei servizi di spiaggia e del salvataggio a mare – è scritto in un documento municipale in materia – costituisce uno dei presupposti per il riconoscimento della certificazione “Bandiera Blu”, con i conseguenti benefici per la città sotto il profilo turistico-ambientale».
Si spera che la défaillance possa essere al più presto corretta. Anche se, purtroppo, non è un caso isolato. La medesima circostanza si verificò la scorsa estate. Sempre nel 2024, vennero posizionati male anche i cartelli sul divieto di balneazione che scattò (per pochi giorni) a causa dell’eccessiva presenza di batteri fecali su più punti del litorale. In alcune delle aree interessate dai divieti, si potevano osservare cartelli messi di lato o, addirittura, di spalle rispetto al mare. Per la serie: prima entri in acqua e poi, mentre esci, leggi dei divieti.
«Ecco perché le cose in città non funzionano: assistiamo a una costante assenza di cura dei dettagli ed alla mancanza di un’attenta pianificazione» tuonò il consigliere di minoranza Nicolò Bagalini. Insomma: non certo il massimo dell’organizzazione per una località ad altissima vocazione turistico-balneare. Lungo la costa sambenedettese si alternano 30 operatori di salvamento, L’orario di servizio è sempre compreso tra le 10 e le 18. L’ultimo giorno di lavoro del 2025 è fissato per domenica 21 settembre: termine della stagione balneare.
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