Panorama di Offida dalla strada per Castignano. A destra, Santa Maria della Rocca sullo sperone di arenaria. In lontananza, il Mare Adriatico
di Gabriele Vecchioni
(ove non specificato, le foto sono dell’autore)
Dal territorio di Offida si godono belle vedute, che abbracciano una vasta porzione di territorio, dalla costa del Mare Adriatico fino alle cime della catena dei Monti Sibillini. Ma il vero plus di questa cittadina è, secondo me, nel suo compatto, elegante centro storico, con le sue piazze, chiese e palazzi che si raggiungono percorrendo strette vie e rue pavimentate da un acciottolato antico. Sulle peculiarità di Offida (storico-architettoniche, naturalistiche, sociali ed economiche) sono state scritte migliaia di pagine e non è il caso di ripetersi qui. Concentriamoci quindi solo su alcuni dei tanti lati interessanti di questa cittadina che aspetta il visitatore tra le colline dell’entroterra.
Cominciamo dal nome. Le linee di pensiero sono due: il toponimo potrebbe derivare da ophys, serpente, e il corso che conduce alla splendida chiesa di Santa Maria della Rocca e il bel teatro comunale sono dedicati al Serpente aureo, per ricordare misteriosi riti pagani offerti a divinità ctonie; altri propendono per un’origine più prosaica, da oppidum, città fortificata, testimoniata dalle ben conservate, possenti mura cittadine. Il fatto che ci siano incertezze per quanto riguarda il nome della cittadina, fa pensare a un’origine molto antica della stessa. I ritrovamenti archeologici risalgono ai secc. VII-V AC, per arrivare all’epoca romana e alla storia documentata. È accettata la presenza, sul territorio, dei Pelasgi, una popolazione migrante dell’Asia Minore le cui tracce sono anche in altre località (una per tutte, ad Ascoli Piceno, con il Colle Pelasgico) Anche in questo caso, tralasciamo la storia (date ed eventi, peraltro recuperabili facilmente con una rapida ricerca in Rete) per concentrarci sulle emergenze monumentali (davvero tante) e ambientali.
Prima di analizzarne qualcuna, ricordiamo che Offida ha conservato integralmente la disposizione urbanistica medievale, all’interno delle mura cittadine. È realmente interessante camminare per le sue vie e le sue piazze e scoprire le tante particolarità che la cittadina può offrire. Guglielmo Allevi, storico locale dell’Ottocento, fa risalire le mura cittadine, in laterizio, ai secc. XII-XIII (furono ristrutturate nel sec. XV). La Rocca, voluta da Papa Innocenzo VIII (più che un papa, un papà… aveva sette figli!) per contrastare le pretese degli Ascolani, fu eseguita dal 1488 al 1493 su disegno da Baccio Pontelli, lo stesso della Rocca di Acquaviva. La Rocca , munita di due massicci torrioni cilindrici, fu terminata nel 1492.
Offida, inserita nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”, ha diversi monumenti all’interno del suo centro storico; spicca la chiesa di Santa Maria della Rocca, un’imponente costruzione romanico-gotica in laterizio, costruita nel 1330 su una rupe scoscesa, su una preesistente piccola chiesa longobarda: le pareti interne sono decorate da un bellissimo ciclo di affreschi del Maestro di Offida (sec. XIV). Al centro del borgo si apre Piazza del Popolo, con una partizione spaziale triangolare, tipicamente medievale. Sulla piazza prospetta il Palazzo Comunale, con un bel loggiato di tredici colonne (sec. XV), appoggiato sul porticato dell’edificio municipale (le massicce colonne in cotto sono ancora “imballate” per via del terremoto del 2016); la bella torre comunale, con merlatura ghibellina come quella del palazzo, è più antica (sec. XIV). Dal loggiato si entra nel bellissimo Teatro del Serpente Aureo (sec. XIX), ornato da stucchi e dorature e sede di numerose manifestazioni.
Salle all’edificio comunale, sul lato destro della piazza, la bella chiesa della Collegiata Nuova (sec. XVIII, edificata su disegno di Lazzaro Giosafatti con materiali provenienti dalla demolizione del convento annesso a Santa Maria della Rocca), con la cripta nella quale scorre una sorgente perenne. Sul lato opposto della piazza, un breve percorso in discesa conduce al bel Santuario di Sant’Agostino, riaperto dopo un recentissimo restauro e assai frequentato dai locali, per via dell’esposizione delle reliquie del Miracolo eucaristico, conservate in una cappella sopraelevata.
Offida, uno dei borghi più belli d’Italia, è un punto di riferimento per gli amanti del folklore: qui si tiene, fin dal Settecento, il Carnevale storico (il cosiddetto Bov’ finte, rievocazione molto partecipata da appassionati rigorosamente in tunica bianca – lu guazzarò – la tipica veste da lavoro dei contadini piceni). Il martedì, il Carnevale si chiude con l’accensione dei V’lurde, lunghi fasci di canne portati a spalla, un’affascinante cerimonia dal sapore arcaico, simile ai “riti del fuoco” propiziatori del vicino Abruzzo.
Offida è sulla strada del vino, che arriva a San Benedetto del Tronto, toccando Acquaviva Picena. L’area del Piceno, nelle Marche meridionali, è un’area a forte vocazione vinicola, grazie alle condizioni climatiche e geopedologiche del terreno collinare: i vigneti del Piceno dànno vita a ben sei vini DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (DOC Garantita), seguendo un rigido Disciplinare. Il vino più rappresentativo è il Rosso Piceno Superiore che si produce in una zona ristretta che comprende appena 13 comuni della provincia di Ascoli Piceno; si differenzia dal Rosso Piceno per l’area di produzione meno vasta e per l’affinamento in botte. Una nota paesaggistica: la strada del vino Rosso Piceno Superiore è una tipica strada collinare che attraversa proprio la zona di produzione di questo vino DOCG, toccando i centri citati, con bei paesaggi rurali, con casolari e vigneti bel ordinati. Come abbiamo avuto occasione di scrivere in un precedente articolo, «Lungo il percorso, arte, storia e natura (soprattutto per quel che riguarda il paesaggio) trovano una sintesi mirabile e appagante».
Altre peculiarità. Offida è la città del merletto a tombolo, una produzione tipicamente femminile (è facile incontrare in strada merlettaie intente al ricamo su appositi trespoli) della quale si ha già notizia in documenti del sec. XV. Infine, oltre ai vini, ci sono i prodotti gastronomici, tra i quali particolare rilievo hanno i cosiddetti funghetti, dolce croccante dagli ingredienti semplici (farina, zucchero, anice), dal sapore inimitabile; la produzione era conosciuta già nel sec. XIX («…la fabbricazione di paste dolci dette funghetti»).
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