Vandali a Sant’Angelo Magno, i responsabili sono tutti minorenni

ASCOLI - Le riprese video hanno permesso di identificare i soggetti coinvolti: si tratta di ragazzini con un’età che va dai 13 ai 15 anni. Il vescovo Palmieri vuole ritirare la denuncia
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di Filippo Ferretti

 

I responsabili di una parte, almeno, delle escursioni vandaliche a danno del complesso dell’Annunziata (leggi qui), comprendente l’ex ospedale, l’Auditorium Montevecchi e, soprattutto la chiesa di Sant’Angelo Magno, hanno un volto.

L’interno della chiesa dopo il primo atto vandalico

 

In particolare, dopo il secondo assalto all’edificio religioso, avvenuto nottetempo nel secondo weekend dello scorso mese di maggio, i Carabinieri sono riusciti ad isolare le immagini riferite all’episodio in questione, verificatosi all’interno di una chiesa già spoglia dopo i danni perpetrati l’anno precedente.

 

Don Beniamino Ricciotti, in merito al raid notturno avvenuto il mese scorso aveva sporto denuncia e allertato l’opinione pubblica circa un fenomeno che, a suo dire, riguardava giovani teppisti, certo che non fossero ladri né tantomeno autori di messe nere, così come si era ipotizzato successivamente alla distruzione iniziale del 2024 (leggi qui). Una convinzione confermata da residenti che, dopo le urla e i rumori avvertiti, avevano subito chiamato le forze dell’ordine, mentre i responsabili si dileguavano nell’oscurità.

Don Ricciotti

 

Le riprese video hanno permesso di identificare i soggetti coinvolti, facendo scoprire che si tratta proprio di ragazzini, con un’età che va dai 13 ai 15 anni. Prendendo atto che l’episodio che ha li visti protagonisti e che li ha immortalati non ha portato a nuovi significativi danni e considerando la loro giovane età, il vescovo Gianpiero Palmieri ha pensato di non procedere con la denuncia, chiedendo anzi al parroco di ritirarla e sollecitandolo ad incontrare i familiari dei giovanissimi intrusi, per avvertirli e sensibilizzarli circa l’accaduto.

 

Rimane da capire se gli stessi ragazzi siano gli autori dei danni messi a segno all’Auditorium e, prima ancora, della distruzione avvenuta presso l’edificio sacro, che vide ignoti accanirsi su un crocifisso che si trovava dietro l’altare e su una statua di San Michele Arcangelo, a cui vennero asportate  la testa e le braccia.

 

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