L’Armata di Pentecoste Sciò La Pica si appresta a vivere la sua 60esima edizione. Una delle rievocazioni storiche, quella che ha “casa” a Monterubbiano, più longeve della regione, che andrà in scena dal 27 giugno al 1 luglio, con il gran finale della Giostra dell’Anello.
A raccontare questo storico evento, nel corso di Happy Together su radio Fermo 1, oggi pomeriggio sono stati tre ospiti d’eccezione come Andrea Agostini, presidente della Fondazione Marche Cultura-Marche Film Commission, la sindaca di Monterubbiano Meri Marziali, e Nicola Seri, responsabile del cerimoniale.
«La Fondazione Marche Cultura si occupa delle nostre tradizioni, identità e cultura in generale. Lo facciamo divulgando tutto ciò anche attraverso nuovi strumenti, come quello del podcast. Dopo averlo sperimentato nel 2024, quest’anno abbiamo riproposto una nuova produzione: “L’insolito culturale”, e tra le varie puntate che raccontano curiosità, storie e personaggi marchigiani, non poteva mancare quella dedicata all’Armata di Pentecoste Sciò La Pica, soprattutto nell’anno del 60esimo anniversario – afferma il presidente Andrea Agostini – abbiamo colto al volo la richiesta della sindaca Meri Marziali per veicolare in modo nuovo e diverso questa storica manifestazione. La puntata del podcast è uscita ormai da una settimana e racconta la storia, ma anche gli aneddoti, di una manifestazione che rappresenta un’intera comunità. Credo che il podcast rappresenti uno strumento veloce e smart, da ascoltare dove e quando si vuole. Ovviamente però il prodotto deve essere di qualità, bisogna individuare l’argomento, svilupparlo e trovare gli interlocutori giusti».
«La nostra rievocazione racchiude il lavoro di un anno di un’intera comunità, che per mesi opera in sinergia per realizzare al meglio questo momento. Vogliamo dare una prospettiva futura alle nostre radici. Per questa 60esima edizione siamo partiti a maggio con la presentazione a Bruxelles, alla Comunità europea – aggiunge la sindaca Meri Marziali – Sciò la Pica (il Picchio), valorizza ulteriormente l’anello di congiunzione tra Monterubbiano e la regione Marche. Il programma della 60esima edizione ha visto delle sinergie importanti, tra queste proprio quella con la Fondazione Marche Cultura, anche attraverso il podcast, un modo nuovo di veicolare la nostra immagine, al di là dei soliti video o foto. Sono molto orgogliosa del lavoro collettivo fatto dal Comune insieme alle corporazioni, i musici, gli sbandieratori e tutta la comunità monterubbianese. In paese c’è un forte attaccamento a questa festa, che si tramanda nelle famiglie da generazione in generazione e crea una grande interazione tra tutta la comunità».
Una rievocazione storica che si tramanda dunque e che vede una grande partecipazione anche delle nuove generazioni, essenziali per regalare un futuro alle nostre tradizioni. Giovani come Nicola Seri, appunto, responsabile della cerimoniale e in prima linea nell’organizzazione della manifestazione.
«Io rappresento il ricambio generazionale che sta avvenendo nelle corporazioni e nel direttivo della rievocazione. Insieme alla mia squadra gestiamo tutta la parte del corteo storico, dal sabato pomeriggio alla domenica sera. L’Armata Pentecoste Sciò la Pica, è una festa piccola ma complessa, fatta da più anime, le due più vive sono sicuramente la tradizione e la storia, che non possono essere divise. Siamo una delle prime rievocazioni storiche delle Marche, la prima a correre la Giostra dell’Anello – racconta Nicola Seri – nel podcast abbiamo potuto raccontare la storia anche attraverso quei particolari che non sempre si vedono o si conoscono. Il percorso ad esempio è molto veloce rispetto agli altri di questo tipo. Le quattro corporazioni (Artisti, Bifolchi, Zappaterra e Mulattieri) sono un nostro unicum, ci sono poi i Guazzarò, il corteo storico dedicato a Santa Maria del Soccorso, quindi riti pagani e cristiani che si mischiano. Il podcast ci aiuta a tramandare tutto questo. Da primo fruitore di questo strumento, penso sia il metodo più efficace per trasmettere al giorno d’oggi informazioni che siano così particolari».
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