Giselda Mancaniello e Barbara De Ascaniis
di Giuseppe Di Marco
«Una maggioranza politica è tale se esistono degli obiettivi condivisi ed un vincolo di sostegno reciproco fondato sul rispetto delle persone. Altrimenti non si parla più di maggioranza politica ma al più di una società per azioni o di una società di scopo. Noi di Viva San Benedetto abbiamo sempre creduto di far parte e ci siamo sempre sentiti parte della prima ma la progressiva evoluzione del percorso della nostra Amministrazione ha sempre più virato in modo da assomigliare di più alla seconda. Certamente con la gioia di chi si è speso perché si andasse in questa direzione, contento di far pesare le sue “azioni”, ma senza tenere conto che se non ci sono le “azioni” di tutti quella maggioranza semplicemente non c’è».
E’ con queste parole che la lista Viva San Benedetto, in cui militano Giselda Mancaniello e Barbara De Ascaniis, dice la sua su quanto accaduto ieri pomeriggio in assise, alla quale le due consigliere non si sono presentate.
Il gruppo entra nel merito, partendo proprio dal caso Ciip: «Sul punto vorremmo evidenziare a chi forse tale circostanza è sfuggita che noi abbiamo parlato con il sindaco e pur non condividendo il metodo e pur esprimendo la nostra opinione abbiano accettato le scelte del sindaco dando la piena ed incondizionata disponibilità di essere inseriti nella lista a sostegno del candidato da lui scelto su cui non abbiamo mai espresso nessun giudizio, lungi da noi dal farlo, visto che oltre a non conoscerlo personalmente non ci è stato neppure mai presentato personalmente o professionalmente. Vi è di più, abbiamo passato le ultime ore prima del mancato Consiglio comunale a rifiutare “ipotesi di compensazione” che andavano in questa direzione ritenendo le stesse per altro il modo peggiore di approcciare al nostro scontento».
Ma allora quali sarebbero i motivi della defezione? Intanto, il cartellone estivo: «Solo per fare un esempio, abbiamo passato gli ultimi mesi a chiarire in ogni forma e consesso che eravamo assolutamente contrari a ripetere eventi che, ad un costo particolarmente oneroso, avevano già evidenziato delle carenze in termini di successo e consenso proponendo anche forme alternative, il tutto naturalmente rimasto assolutamente inascoltato. Molti altri nelle riunioni avevano detto di condividere quel giudizio ma poi come dicevamo ha prevalso sempre “A ciascuno il suo”. Continuando riteniamo che la destinazione del consistente avanzo di bilancio sia assolutamente insoddisfacente».
E ancora, i lavori pubblici: «Riteniamo inoltre che avendo ormai superato la boa di metà mandato sia inutile e finanche scorretto continuare a prevedere spese su spese per ulteriori futuribili progettazioni passando addirittura attraverso incarichi esterni anche per progettazioni ordinarie pur se, a seguito di un contestato smembramento dell’ufficio lavori pubblici in epoca di Pnrr, si è addirittura creato un ufficio progettazione. Molto meglio concentrarsi a completare quanto iniziato senza intasare gli uffici di altri progetti e pagare lautamente esterni per progetti per i quali non c’è alcuna garanzia che le amministrazioni che verranno potranno o vorranno perseguire».
Per Viva San Benedetto, i 200.000 euro previsti per le progettazioni sarebbero stati utili per ridurre le tasse e i costi dei servizi, nonché ad assumere nuovi agenti di Polizia Municipale.
Infine, la questione ProMarche: «Crediamo infine che una maggioranza politica debba avere il coraggio di assumere le proprie scelte e non rinviarle, per altro con costi per la comunità, per paura di non trovare argomenti sufficienti. Ci riferiamo con ogni evidenza alla questione ProMarche e all’idea di ricorrere al Consiglio di Stato quando sarebbe sufficiente tornare in Consiglio ed assumersi ciascuno la responsabilità delle proprie intenzioni. Perché a noi pare finanche offensivo che si tenga “appesa” un’impresa che chiede di investire soldi propri in opere industriali (non palazzine o residenziale) che avrebbero importanti ricadute sull’occupazione di un territorio provato».
Per il gruppo, questi temi avrebbero meritato un reale momento di confronto: «Avremmo evitato volentieri di arrivare ad essere assenti in Consiglio comunale ma visto che eravamo stati più volte invitati a capire che con noi non serviva discutere perché tanto in mancanza del nostro voto altri già in attesa avrebbero provveduto, ci è parso doveroso verificare».
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