Istituto musicale “Spontini”, patrimonio ascolano

ASCOLI - La tradizionale festa europea della musica del solstizio d’estate ci dà l’occasione per tornare a parlare di uno degli istituti più benemeriti della città. La storia, le attività e i problemi di uno dei presìdi più autorevoli della cultura cittadina. Che meriterebbe più considerazione, e maggiore valorizzazione
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Il concerto dello “Spontini” della festa europea della musica al chiostro maggiore di San Francesco

 

di Walter Luzi

 

Istituto musicale “Gaspare Spontini”. Musica, cuore, e storia. La festa europea della musica, istituita nel 1994, l’ha sempre celebrata nel cortile del locale museo archeologico in Piazza Arringo. Quest’anno i lavori di ristrutturazione in corso ne hanno causato, per la prima volta, lo spostamento. Il chiostro maggiore di San Francesco è stata così la nuova location del tradizionale concerto di fine corsi. Acustica non ottimale, ma suggestioni garantite fra gli archi gotici del XIV° secolo. Pubblico numeroso e prodigo di applausi per tutti. Nell’aria l’euforia tipica da ultimo giorno di scuola, anche se gli esami sono ancora in corso. Si esibiscono gli allievi dei corsi di Percussioni, tenuti dal prof Ludovico Venturini, di Canto, della prof Victoria Viola, e di Sassofono, dei prof Giusy Di Biase e Andrea Mancuso. Fra di loro anche Filippo Spinozzi, allievo di Percussioni, vincitore, nella sua categoria di età, del primo premio assoluto al concorso nazionale di esecuzione musicale “Al chiaro di luna”.

 

Il testo continua dopo le immagini 

Festa europea della musica 2025F al Chiostro di San Francesco con gli allievi dei corsi di Percussioni, Canto e di Sassofono

Filippo Spinozzi, allievo di percussioni, con il suo maestro prof. Ludovico Venturini ha già vinto un concorso

Al Filarmonici per la festa della Repubblica con il prefetto Sante Copponi

 

L’appuntamento chiude un trittico di impegni di fine anno piuttosto nutrito per la scuola, iniziato il 30 maggio all’Auditorium Neroni con il saggio di insieme. Per le celebrazioni della Festa della Repubblica i giovani musicisti dello “Spontini” si sono poi esibiti poi al Filarmonici davanti al Prefetto, Sante Copponi, prima del grande show al Ventidio Basso con l’omaggio all’inarrivabile maestro Ennio Morricone. Il prossimo 6 luglio cadrà il quinto anniversario della sua scomparsa.

 

«È stato un piccolo capolavoro – racconta Maria Puca, direttrice e anima dello “Spontini” – non solo di esecuzione dei brani da parte del nostro ensemble di musica moderna, ma, soprattutto, di approfondimento, di ricerca. Molto curata è stata anche la fusione fra i motivi e le coreografie abbinate dalla nostra scuola di danza, la prima ad aprire i battenti in Ascoli, oggi coordinata dalla prof Neroni». Di recente, invece, nel quadro della manifestazione “Lezioni di stile” gli allievi del corso teatrale hanno partecipato, all’auditorium “Cesare Cellini” del Polo Sant’Agostino, allo stage tenuto dai fratelli Paolo e Francesco Aceti.

 

Al Ventidio Basso per l’omaggio al maestro Morricone

All’auditorium del polo Sant’Agostino con i fratelli Aceti

Saggio finale d’insieme all’Auditorium Neroni

 

La direttrice dell’Istituto, la prof Puca, abbraccia con affetto sincero i suoi allievi al termine dell’esibizione. Tutti, per qualsiasi esigenza, hanno il suo numero di telefono. Sempre acceso, ogni giorno dell’anno, festivi compresi. Lo “Spontini”, in fondo, è una grande famiglia allargata. L’amore per la musica, per il canto, per la danza, per l’Arte in genere li accomuna. «Sono piezze e core…», ci dice quasi commossa. Tutti. Sono circa centocinquanta in totale. Non pochi, con i tempi che corrono. Oltre ai corsi per strumentisti, attivi anche quelli di danza, propedeutica musicale, teatro e, da ultima, fortemente voluta dalla prof Puca, anche la musicoterapia. Si sono felicemente portati in collo le sedie e gli strumenti, gli allievi e i loro insegnanti, dalla vicina sede della centralissima via del Trivio. Praticamente dall’altra parte della strada. Palazzo Pacifici. Un altro monumento. Un’altra lunga storia, quella che racconta.

La prof. Puca al pianoforte durante un concerto

 

Palazzo Pacifici

 

Il Palazzo Pacifici, una dimora nobile del Seicento ben ristrutturato nel 2011, ospita anche il coro Ventidio Basso, l’Ascoli Piceno Festival, e la gloriosa Filarmonica ascolana. Fu proprio quest’ultima, il 12 settembre 1957, a dare vita al Liceo musicale “Gaspare Spontini”, trasformato poi in Istituto musicale dodici anni dopo. Ma Palazzo Pacifici non è mai riuscito a diventare l’auspicata casa della musica. Due piani nobili di altrettanto nobile storia della musica ascolana, con, al pianterreno, locali destinati dal Comune, proprietario dell’immobile, ad altri e ben diversi usi. In strada impazza la movida con il suo vociare, e qualche schiamazzo, fino a tarda ora.

 

«Una volta – ci racconta sempre Maria Puca – una sonata di Telemann barocca per pianoforte e flauto, eseguita a finestre chiuse, disturbava, in modo evidentemente insopportabile, una signora nel palazzo dirimpetto. Il vigile urbano, pur costernato, fu costretto ad intervenire, suo malgrado, per fingere di redarguirci».

Un altro quadro dell’omaggio a Morricone al Ventidio Basso

 

Episodio indicativo dei paradossi e delle miserie di una città, dove tutti si sentono in diritto di pontificare a difesa del proprio orticello privato, e dove è sempre mancata, anche e soprattutto nelle classi dirigenti di vario colore che si sono succedute alla sua guida, una visione illuminata. Un progetto complessivo realmente virtuoso, lungimirante, improntato al Bene Comune, e alla crescita, anche culturale, della città.

 

La grande occasione persa

 

Ascoli, sprovvista anche di un Liceo Musicale, si fa colpevolmente sfuggire la grande opportunità di avere un proprio Conservatorio musicale sul finire degli anni Ottanta.

 

«All’epoca eravamo già in possesso – ricorda la Puca – di una presa d’atto e di una autorizzazione ministeriale. Ma l’operazione, praticamente in dirittura di arrivo, non venne mai perfezionata». Pare che all’epoca fosse venuta meno la volontà politica di dotare la città di una struttura del genere. L’interesse generale, e il prestigio cittadino, immolato da una logica miope e clientelare, mai venuta meno, a favore degli immancabili interessi particolari. Una scelta scellerata che, ai tempi, non passò inosservata persino al Ministero.

 

«Questi ascolani – commentò qualcuno nei corridoi del Palazzo romano – si danno la zappa sui piedi da soli…». «Fra l’altro, con il passaggio a Conservatorio – spiega sempre la Puca – la gestione dell’Istituto sarebbe passata in mano allo Stato, sgravando così il consorzio, sostenuto economicamente da Comune e Provincia, da ogni onere finanziario. Dopo l’entrata in vigore della legge Del Rio, poi, che ha abolito, nel 2014, principalmente i finanziamenti alle Province stesse, tutto il peso ricade ora sul Comune, che, da solo, non ce la fa».

Un saggio al Ventidio Basso

 

Le difficoltà

La Puca è la direttrice dello “Spontini” dal 2011, quando, dopo il pensionamento del maestro Nazzareno Allevi, il papà di Giovanni, insieme ad un’altra docente di ruolo dell’istituto, la professoressa Fioravanti, ne prese le redini. È rimasta sola dopo la messa a riposo anche di quest’ultima, nel 2015.

 

«In realtà – ci spiega – a causa del blocco delle nuove assunzioni, ho dovuto assumere io tutti gli altri incarichi rimasti via via scoperti, oltre a quelli di direttrice e di insegnante».

 

E così, oggi, la prof deve farsi letteralmente in quattro per tirare avanti la baracca. Oltre ai due incarichi principali sopra ricordati, fa, infatti, anche le veci di coordinatrice, segretaria e, all’occorrenza, anche di sostituto-bidella. Si può ben dire quindi che, da sola, riesce a raddrizzare il bilancio alla voce costi per il personale.

 

«Noi non abbiamo fini di lucro – precisa sempre la professoressa Puca – tutte le nostre operazioni sono tracciate. Grazie al Comune ci sforziamo di mantenere il più possibile basse le rette per i nostri studenti, perché non tutti hanno alle spalle famiglie che possono permetterselo. Anche se non lo siamo, operiamo, a tutti gli effetti, come un vero Conservatorio. Anche se questo, a molti, sfugge. Perché non sa, né si premura di sapere… Noi non facciamo rumore. In tutti i sensi. La musica non è rumore. Note e parole devono essere chiare. Se suoni troppo forte non si capisce più quello che vuoi esprimere…».

La sede dello Spontini, ad Ascoli

 

I compensi per gli insegnanti sono fermi da decenni al minimo sindacale. Chi insegna qui, quasi tutti giovani, e tutti entusiasti cultori innamorati della musica, lo fa, con scienza e coscienza, solo per passione. Tanta passione. E altrettanto orgoglio. Per una appartenenza che distingue, che onora. Come il pensiero che ha avuto una anziana, rimasta sconosciuta, benefattrice, che ha recentemente voluto donare proprio a questo Istituto il suo pianoforte. Un dono che è soprattutto un atto d’amore, un attestato di fiducia, che può solo inorgoglire i destinatari. Una targa fissata alla parete vuole ricordare lo stesso ai posteri, anche se la donatrice ha scelto di restare anonima, la sua sensibilità, e la sua generosità. Doti queste sempre più rare oggigiorno.

 

Il ricordo che non muore

 

L’Istituto musicale ascolano è l’unico in Italia intitolato alla memoria del compositore Gaspare Spontini (1774-1851), il musicista corregionale che dalla sua Maiolati, nell’anconetano, si fece apprezzare soprattutto in Francia, Prussia e Inghilterra. «Ho voluto che nella nostra sede – ci dice sempre la prof. Maria Puca – ci fosse testimonianza concreta del ricordo dei grandi musicisti ascolani del passato, intestando a ognuno di loro un’aula”».

 

L’aula magna è intitolata a Bruno De Grassi, uno dei direttori più benemeriti dell’Istituto. È lì dentro che ha trovato posto il pianoforte gran coda destinato al grande Arturo Benedetti Michelangeli. Il maestro lo volle con due tasti in più e il rinomato costruttore Fabbrini di Pescara, lo realizzò apposta per lui. I famigliari ne fecero dono, nel 1957, all’istituendo liceo musicale ascolano grazie ai buoni uffici della società filarmonica ascolana. Di quest’ultima era socio anche il compianto Benedetto “Titì” Marini, uno dei componenti del senato ascolano del Caffè Meletti. Alla memoria di suo zio, il celebre tenore Luigi Marini, è intitolata una delle aule. La Direzione è intitolata invece ad Arturo Clementoni. Organista della cattedrale, compositore, vinse il concorso per l’anno santo del 1950 con la sua Missa Jubilaris. La figlia ha fatto dono all’Istituto “Spontini” dei suoi diplomi originali, conseguiti all’allora Liceo musicale “Rossini” di Pesaro, poi divenuto Conservatorio. Al tenore Galiè è stata intitolata la sala di Canto. Al basso Carlo Cava quella Prove. La sua famiglia ha donato alla scuola la sua collezione di locandine e foto di scena storiche che attestano della straordinaria carriera che lo ha portato a calcare i palcoscenici più prestigiosi in tutto il mondo.

Le piccole danzatrici della prof Neroni sul palco del Ventidio Basso

 

Fra i donatori più generosi allo “Spontini” figura anche la famiglia del dottor Marco Scatasta, già stimato primario cardiologo dell’ospedale “Mazzoni”, e grande appassionato di musica. Il figlio Gino ha voluto donare la collezione di oltre 800 dischi in vinile appartenuti al padre. L’aula di storia della musica porta il nome di Marco Scatasta. Omaggi doverosi per tanti concittadini che la musica hanno fortemente amato, o, grazie a lei, e alle loro straordinarie doti, hanno tenuto alto il nome di Ascoli nel mondo. Un altro grosso merito dello “Spontini”. E di persone appassionate e sensibili come Maria Puca. Non dobbiamo dimenticarli. La custodia della loro Memoria passa, meritoriamente, anche dalla conservazione di foto, diplomi, locandine delle loro carriere artistiche. Sono molti infatti, nelle sale dell’Istituto, quasi una galleria museale, i documenti storici appesi, incorniciati con cura, alle pareti, in fondo facenti parte anch’essi del patrimonio storico-culturale della città di Ascoli. Perché quello è, in effetti, lo “Spontini”. Un patrimonio per la città. Poco conosciuto, dunque sottovalutato, e anche un po’ bistrattato.

 

«Se solo la cittadinanza e le Istituzioni locali lo conoscessero meglio – conclude la Puca – ne avrebbero tutti una consapevolezza diversa. Basti dire che tanti grandi musicisti contemporanei ascolani, come Giovanni Allevi, Dario Faini, Saturnino Celani, Edoardo De Angelis, per citare solo i più famosi, sono stati nostri allievi. Così come tanti altri, diventati poi insegnanti di musica, hanno studiato qui da noi. Lo “Spontini” è stato il punto di riferimento più qualificato per intere generazioni».

 

Nel 2012 la prof riesce ad ottenere la possibilità degli esami in sede grazie alla convenzione con il conservatorio “Gioacchino Rossini” di Pesaro. Grazie alla riforma epocale, portata dalla legge 508 del 1999, i diplomi conseguiti negli studi musicali sono equiparati a dignità di laurea.

La professoressa Maria Puca al suo pianoforte

 

Allo “Spontini” si compie tutto il percorso pre-accademico, dai tre ai diciotto anni di età. Grazie agli esami qui sostenuti, e certificati dal Conservatorio “Gioacchino Rossini” di Pesaro, dopo tre, cinque, o otto anni di studi, con un diploma di scuola superiore, i ragazzi possono avere accesso ad un Conservatorio.

 

«Offriamo una preparazione a trecentosessanta gradi – illustra la Puca – chi studia canto, come Lucia Flavia Rodilossi, impara anche a suonare il pianoforte. Il nostro professore di percussioni, Ludovico Venturini, è anche un ottimo pianista. Filippo Spinozzi, già citato prima, suona la marimba e il pianoforte. Marco Fiscaletti, che allo studio dello xilofono somma anche lui quello della marimba, riesce già a suonare con quattro bacchette. Una magia che puoi padroneggiare con il talento, ma anche con tanto esercizio, tanto lavoro, dietro».

 

La musica patrimonio di famiglia

 

Allo “Spontini” ha studiato anche lei. E poi, come detto, insegnato, preferendolo alla scuola pubblica. Al molto incerto, invece del certo, sicuro, solo per seguire quello che le suggeriva il cuore. L’inizio di una vera e propria missione, ben sapendo che la musica in Italia, pur patria riconosciuta del bel canto, e di una lista infinita di musicisti che ne hanno scritto la storia, come Verdi e Rossini, Donizzetti e Puccini, e mille altri ancora, conti poco o nulla. Amara constatazione per tutti i, tantissimi, folli innamorati della musica come lei.

 

«A scuola ci davano le ultime ore per la nostra materia – ricorda – prima di toglierla poi del tutto. Io, dopo tanti concorsi e concerti, anche all’estero, volevo solo continuare a suonare, e insegnare ad altri a farlo, questo meraviglioso strumento. Il pianoforte. Nostro padre, Alessandro Puca, anche se era un militare, ci ha introdotte alla bellezza dell’Arte. Ci portava con lui ai concerti di musica classica. Mia sorella Cristina suona il violino nell’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, una delle eccellenze artistiche più prestigiose del mondo. Mio marito suona chitarra e contrabbasso, mio cognato è primo violino dell’Opera di Roma. La musica, insomma, fa parte della famiglia».

 

Dal sette luglio al sette agosto prossimi arriverà in città, come tradizione ormai consolidata inaugurata dal compianto tenore Antonio Galiè nel 1994, il nuovo gruppo di studenti coreani in vacanza-studio allo “Spontini”. Dopo la morte del maestro, nel 1998, la tradizione è stata poi ripresa da uno dei suoi allievi, il tenore coreano Gook Incheol. A tutti i suoi ragazzi, intanto, la prof Maria Puca ha già augurato una buona estate. «Con la musica – come ama dire lei – sempre nel cuore».

 


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