Rita Pavone icona senza tempo che cita Bertoli: «Con lo sguardo dritto e aperto nel futuro»

ASCOLI - La popolare cantante, prossima agli 80 anni, sarà protagonista al Ventidio Basso il 2 luglio con lo spettacolo che ripercorre le tappe più importanti di una carriera partita all'inizio degli anni '60. Con uno spazio particolare al suo album del 1989, ostracizzato per le tematiche "delicate": «Nessuno mi consentì di presentarlo in radio e tv, a parte quelle due straordinarie menti evolute di Raffaella Carrà e Corrado»
...

 

di Filippo Ferretti 

 

Ha scelto Ascoli per festeggiare i suoi sessanta anni di carriera e gli ottanta anni della sua vita. Con lo stesso entusiasmo degli inizi ma con la consapevolezza della maturità artistica ed emotiva acquisita – oltre ad una autentica gratitudine nei confronti della vita – Rita Pavone sarà sul palco del teatro Ventidio Basso mercoledì 2 luglio con lo spettacolo “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro” nell’ambito della tappa ascolana de “La Milanesiana”.

Rita Pavone

 

Per l’ex Gian Burrasca questo è un è un periodo tutt’altro che crepuscolare visto che, oltre allo show di cui è protagonista, è autrice di un libro importante, “Gemma e le altre: donne ferme, donne che camminano”, un  volume che nasce quasi quattro decenni dopo l’album omonimo del 1989 in cui lei, per la prima volta decise di vestire i panni di autrice di testi e produttrice, oltre che di interprete. Un disco pieno di storie al femminile che all’epoca suscitò scalpore per i temi trattati, come gli “amori diversi”, all’epoca considerati “inammissibili” per un volto popolare, rassicurante e amato come il suo. Un lavoro che Rita Pavone ha riscoperto e deciso di ricantare in pubblico dopo l’insistenza di tante donne in questi ultimi anni.

 

«Un album che oltre 35 anni fa nessuno mi consentì di presentare in radio e tv, a parte quelle due straordinarie menti evolute che rispondevano al nome di Raffaella Carrà e Corrado», afferma la cantautrice torinese, felice della nuova esistenza di questo progetto musicale.

 

«È stata proprio Elisabetta Sgarbi a chiedermi di scrivere il libro dopo aver scoperto questo album dimenticato, le cui canzoni avevo riportato nei miei live dopo l’ostracismo avvenuto all’uscita», spiega, raccontando l’entusiasmo provato dalla Sgarbi davanti al disco recuperato. «Mi ha detto che io dovevo scrivere storie ispirate ai personaggi delle canzoni: all’inizio ero in difficoltà ma poi ci ho voluto provare ed è nato il volume», confessa Rita Pavone, spiegando che le donne ferme di cui parla sono coloro infelicemente legate ad un uomo ma che sono spaventate all’idea di rimanere sole, mentre coloro che camminano sono quelle vanno avanti, che si rimettono in discussione.

 

«Un appello che faccio a chi rinuncia: non diamoci per perdute, mai», sottolinea l’artista, da 57 anni legata a Teddy Reno e con un carnet artistico pieno di successi, tra canzone, tv, teatro, cinema. Accompagnata talvolta anche da cadute, ma sempre con addosso la voglia di andare avanti. Ed è questo lo spirito che caratterizza anche lo spettacolo del Ventidio Basso, che ripercorrerà le tappe chiave della sua carriera attraverso reinterpretazioni acustiche dei propri brani, curate da Riccardo Bertuzzi alla chitarra e Fabio Gangi al pianoforte.

Pierangelo Bertoli

 

Un excursus che inizierà con un dialogo che l’artista affronterà con giornalista Mario Andreose, che avrà il compito di condurre il pubblico attraverso sei decenni di brani che hanno portato Rita Pavone alla celebrità in tutto il mondo. E poi le esibizioni, che vedrà ogni brano un ritorno, un tuffo, una carezza: “Che mi importa del mondo”, “Fortissimo”, “Cuore” “Come te non c’è  nessuno”. E poi i successi degli anni beat: “Datemi un martello”, “Il ballo del mattone”, “Il Geghegè”, “La partita di pallone”. Si tratterà di un racconto unico e inedito, poiché Rita ha costantemente anticipato le tendenze musicali, distinguendosi come un’icona culturale e mostrando una naturale propensione a sfidare sé stessa, prevedendo le evoluzioni del tempo e superando i propri limiti.

 

«Pensando a un titolo da assegnare a questi live, mi è balenata per la testa una canzone che è la sintesi di tutto quello che sono: una citazione tratta da “A muso duro”, il pezzo più famoso scritto e portato al successo da Pierangelo Bertoli, che dice: “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”», conclude l’immarcescibile ex urlatrice degli anni ’60, pronta ad affacciarsi in un domani che si prospetta pieno di entusiasmo e di traguardi, a cominciare dalla data che la attende il prossimo mese, con la conquista delle sue ottanta primavere.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X