Rotella in festa per Orsolini: «Siete la mia forza, credete nei sogni» (Video)

IN PIAZZA Europa l'abbraccio per il calciatore del Bologna tornato a casa. Pomeriggio di ricordi, ospiti e tanti regali. Dal duo Orsini - Castoldi al sindaco Borraccini, emozioni e aneddoti
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Le parole di Orsolini

 

di Edoardo Ciriaci

 

Rotella si stringe in un caldissimo abbraccio per Riccardo Orsolini. Il campione del Bologna Calcio e della Nazionale è tornato a casa sua per ritrovarsi con centinaia di tifosi e concittadini. Tanti quelli arrivati dal capoluogo emiliano. Un’onda di sciarpe, magliette e cappellini lo ha travolto all’arrivo in Piazza Europa. Ad attenderlo il sindaco Giovanni Borraccini, il presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani, chi si è accorto del suo talento ovvero Remo Orsini e l’altro suo primo allenatore, Giuliano Castoldi.

Da sinistra Luigi Contisciani, Giovanni Borraccini, Riccardo Orsolini, Remo Orsini e Giuliano Castoldi

 

Apre l’evento il primo cittadino: «Manteniamo una promessa fatta dopo la vittoria della Coppa Italia. Era giusto che il nostro comune riabbracciasse un ragazzo che sono felice di ritrovare sorridente ma soprattutto umile come quando era un bambino che si divertiva a giocare e a sbucciarsi le ginocchia nelle nostre vie».

 

«Bentornato Riccardo – dice Contisciani -. Nostro orgoglio del Piceno. Che già anni fa abbiamo riconosciuto come eccellenza nazionale ed internazionale. Ai ragazzi dico di prenderlo d’esempio nell’aver dimostrato attaccamento alla sua terra e alla sua famiglia».

 

Orsolini e Remo Orsini

Con Remo Orsini un viaggio nel tempo fino a quell’estate magica, in cui tutto è iniziato. «Lo notai in spiaggia mentre si esibiva in una rovesciata da top e iniziai il pressing su suo padre Paride per convincerlo a farlo allenare ad Ascoli».

 

Giuliano Castoldi, ex allenatore scuola calcio Ascoli: «Già si vedeva ai tempi dei Pulcini che la categoria gli stava stretta e ho avuto così la fortuna di poterlo allenare negli esordienti. Ma la cosa più importante che gli ho fatto capire è che oltre alla palla c’erano anche i compagni».

I ricordi di Giuliano Castoldi

 

Commozione quando sullo schermo è stato proiettato un video tributo che ha ripercosso le migliori tappe del suo percorso verso la Serie A, tra cui, inevitabilmente, la finale di Coppa Italia vinta allo stadio “Olimpico” di Roma contro il Milan. Poi spazio a degli intermezzi musicali a tema calcio e tutti dedicati ad Orsolini: “Notti Magiche” di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, “Due Vite” di Marco Mengoni e “Meraviglioso” dei Negramaro.

 

«Sono un po’ emozionato. Anche se gioco in grandissimi stadi credetemi che è difficile», ha confessato Orsolini. «Ringrazio tutta la mia famiglia: le nonne che vivono ancora qui, i miei genitori, mia sorella e la mia fidanzata che mi seguono e mi supportano sempre. E grazie a voi per questo affetto. Quando ero piccolo a Rotella non c’era molto da fare da bambini, quindi il calcio è stato il mezzo di unione e aggregazione che questo paese ha permesso. Ai ragazzi consiglio di credere nei sogni senza però ossessionarsi. Sorridete e andate avanti perché il divertimento aiuta sempre”.

 

Riccardo Orsolini

Sugli ex allenatori Castoldi e Orsini: «Due maestri. È stato bellissimo potersi confrontare in tornei indimenticabili come a Paestum o Marsiglia, quante litigate…ma vi assicuro che una parte di me è rimasta quella bella peste. D’altronde anche il toc toc alla telecamera dopo un gol nasce perché sono matto, poi vedevo che portava fortuna e allora mi sono chiesto perché smettere. Andiamo al Mondiale? L’augurio è quello. La mia carriera con l’Italia è piena di alti e bassi, essere mandato a casa dopo il pre europeo con una telefonata non è stato bello».

 

Cosa ti porti dietro dal passato all’Ascoli: «Tutto. Sono arrivato quando avevo 6 anni e me ne sono andato a 20. C’è solo una parola: grazie». E Bologna: «Ho il cuore frammentato nelle varie città in cui ho giocato. Mi hanno adottato, mi definiscono “figlio della città” e ringrazio per tutto quello che mi sta dando nella formazione come uomo. E non parlo solo della fascia di capitano».

 

Obiettivi? «Gli ultimi due anni sono stati meravigliosi e vogliamo sicuramente ripeterci e migliorarci. Anche per onorare un grande allenatore come Mihajilovic che ci ha lasciato troppo presto».

 

L’evento si è concluso con la consegna di una targa da parte del sindaco, a cui Riccardo ha donato la sua ultima maglia rossoblù.


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