Montagna, l’appello del Soccorso Alpino: «Serve più consapevolezza, la sicurezza comincia prima del sentiero»

ASCOLI - Troppo spesso incidenti anche gravi avvengono per negligenza, sottovalutazione del rischio, attrezzatura inadeguata o imprudenza. La montagna non è un parco giochi e non è sempre come appare da una foto condivisa online
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di Luca Capponi 

 

Discorso fatto e rifatto, ma tant’è. “Repetita iuvant”, dicevano i latini. Ma qui, più che giovare, al massimo ci sono quelli che, come se non bastasse, si risentono: «La montagna è di tutti». «Sì, ma metteteci la testa».

 

A ribadirlo è il Soccorso Alpino e Speleologico delle Marche, che nelle ultime settimane è stato impegnato in numerosi interventi, molti dei quali su vie alpinistiche dei Monti Sibillini. Un impegno costante e delicato, che ancora una volta spinge a riflettere sull’approccio con cui ci si avvicina all’ambiente montano.

 

La montagna non è un parco giochi e non è sempre come appare da una foto condivisa online. Troppo spesso incidenti anche gravi avvengono per negligenza, sottovalutazione del rischio, attrezzatura inadeguata o imprudenza. Percorsi tecnici e severi vengono affrontati come semplici passeggiate, dimenticando che ogni errore può trasformarsi in tragedia, e che ogni intervento del soccorso richiede risorse, energie, e mette a rischio la vita di chi accorre ad aiutare.

Soccorso Alpino in azione

 

«Non sono itinerari plaisir, ma vie d’ingaggio, anche mentale – scrive il Soccorso Alpino nella sua ultima nota –. Serve preparazione, conoscenza del terreno, delle condizioni meteo e consapevolezza delle proprie capacità».

 

Il messaggio non è nuovo. Da anni i tecnici del Soccorso Alpino ribadiscono quanto sia fondamentale studiare l’ambiente, rispettarlo, e scegliere con responsabilità. Eppure, la situazione cambia poco. Forse anche perché sappiamo che loro ci saranno sempre: professionali, preparati, disponibili, pronti a operare in condizioni spesso proibitive. Ma non possiamo dare per scontato il loro intervento, né il costo – umano e anche economico – che comporta.

Sul Monte Vettore per il recupero di due escursionisti

 

«Ogni nostro intervento è una risposta pronta e professionale all’imprevisto, ma anche un’occasione per ribadire l’importanza della prevenzione – ribadiscono – . La montagna va rispettata: va studiata, avvicinata con umiltà, frequentata con senso di responsabilità. Il nostro invito, ancora una volta, è a non confondere l’accessibilità apparente con la reale difficoltà tecnica di certi itinerari. Affrontare vie alpinistiche senza la giusta esperienza o senza l’equipaggiamento adeguato non è mai un rischio solo personale: implica l’attivazione di soccorsi complessi, spesso in ambienti ostili, dove anche per i tecnici il rischio è concreto».

 

Il Soccorso Alpino continuerà a esserci, «con professionalità e dedizione», come loro stessi affermano. E nessuno, su questi ragazzi encomiabili, ha mai nutrito dubbi. Ma serve un cambio di mentalità da parte di chi fruisce questi luoghi meravigliosi, dai Sibillini alla Laga fino alla Montagna dei Fiori: la sicurezza comincia a casa. La montagna non perdona la leggerezza. E soprattutto esige rispetto.


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