Quintana, un ponte tra cielo e terra: il disegno di Sant’Emidio

ASCOLI - Nella notte i sestieranti rossoverdi hanno realizzato il disegno di via XX settembre, in Piazza Roma. Al centro il Patrono e la Madonna col Bambino: «Non abbiamo solo dipinto sull'asfalto ma abbiamo inciso sulla pietra. E' il nostro modo di custodire la bellezza, renderla visibile e concreta»
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di Elena Minucci

(foto di Paolo Prosperi

 

Protezione, tradizione e continuità: non un semplice disegno ma una vera e propria dichiarazione d’identità. È ciò che hanno realizzato questa notte i ragazzi del sestiere di Sant’ Emidio nel disegno di via XX settembre, in Piazza Roma.

I ragazzi con l’opera

 

 

«Non abbiamo solo dipinto sull’asfalto ma abbiamo inciso sulla pietra – affermano i ragazzi di Sant’Emidio – Questo disegno è il nostro modo di custodire la bellezza, renderla visibile, concreta, è il nostro atto di fede nella luce che attraversa la storia. Con questa operazione, Sant’Emidio aggiunge alla tela dei ponti un messaggio importante: spiritualità, arte e impegno».

 

Il disegno si configura come un raffinato esempio di arte devozionale ispirata al gotico internazionale, con richiami alla spiritualità medievale e alla tradizione iconografica cristiana, rielaborati con moderna perizia e coerenza estetica. L’opera si distingue per profondità simbolica, rigore formale e potenza evocativa.

La composizione, concepita come una maestosa vetrata verticale alta 42 metri circa, si sviluppa in una struttura affusolata che rimanda alle bifore delle cattedrali gotiche, scandita da una cornice cordonata che guida l’occhio lungo l’asse della rappresentazione.

 

Al centro è raffigurata la Madonna con il Bambino, con la scritta “Regina Pacis”. Il volto della Vergine è raccolto e assorto, espressione di una maternità sacra, mentre il bambino benedice con la mano destra ed è avvolto in un mantello che reca il grifone rampante del sestiere, segno dell’investitura celeste che avvolge il popolo rossoverde.

 

La scelta della “Regina della Pace” sottolinea il bisogno universale e comunitario di serenità, armonia e protezione divina. Nel cuore della rappresentazione si snoda un raffinato tralcio di racemi stilizzati, che si intrecciano con scudi araldici e simboli: una metafora visiva del legame tra identità di sestiere, cittadina e cristiana.

Alla base domina la figura austera di Sant’Emidio, raffigurato frontalmente con mitria e pastorale, icona e protettore della città di Ascoli. Il suo sguardo penetrante richiama alla responsabilità e alla fermezza spirituale. Il libro che tiene tra le mani è simbolo di sapienza e custodia della fede, mentre il motto “Grifus Domini” scolpito in calce, riassume l’identità del sestiere come strumento del divino volere.

 

Non è solo una rappresentazione artistica ma una vera e propria narrazione per immagini, un inno alla protezione, alla tradizione e alla continuità spirituale: ogni elemento, dalla Regina Pacis a Sant’Emidio, è pensato per evocare uno stato d’animo collettivo e rinsaldare il legame con il sacro, con la città e con l’eredità del sestiere.

 

La scelta stilistica, ispirata alle vetrate medievali, richiama il concetto di luce che attraversa la materia: un messaggio potente in cui la fede filtra la storia e la rende trasparente, visibile e concreta. Il disegno è una dichiarazione di appartenenza, memoria e visione: un ponte tra terra e cielo, tra passato e futuro, tra devozione e creatività. È un atto di fede nel valore della bellezza come veicolo di identità e comunione.


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