La Fortezza Pia
Doveva essere uno dei fiori all’occhiello della candidatura di Ascoli a Capitale Italiana della Cultura 2024, invece oggi la Fortezza Pia è diventata l’ennesimo simbolo del degrado e dell’abbandono. A denunciare la situazione è il consigliere comunale di opposizione Gregorio Cappelli, capogruppo della lista civica Ascoli Bene Comune, che parla apertamente di “ipocrisia politica” e “promesse disattese”.
Cancelli aperti, nessun controllo, rifiuti abbandonati e persino furti di materiale da cantiere: è questo lo scenario che si presenta oggi agli occhi di cittadini e visitatori che si avventurano fino alla storica struttura, un tempo considerata uno dei luoghi più suggestivi della città. Il progetto di rilancio annunciato in pompa magna dal sindaco Marco Fioravanti, secondo Cappelli, è rimasto lettera morta: «Un patrimonio lasciato in balia del degrado, utilizzato solo come sfondo per la propaganda elettorale».
Il consigliere critica duramente l’assenza di un piano concreto per il recupero e la valorizzazione della Fortezza, oggi ridotta a rudere pericoloso, senza presidio, senza manutenzione e con gravi problemi di sicurezza. «È inaccettabile – aggiunge – che un bene di questo valore simbolico e culturale venga lasciato in queste condizioni. Si è giocato con le aspettative dei cittadini, e ora l’amministrazione tace».
Secondo l’opposizione, la Fortezza Pia potrebbe invece diventare un luogo vivo e accessibile, destinato ad accogliere eventi culturali, spettacoli, laboratori, mostre, visite guidate e attività educative per giovani e famiglie. Un punto d’incontro tra storia, turismo e comunità, capace di generare valore sociale e culturale.
Ma tutto questo, per ora, resta un’idea. «L’abbandono della Fortezza – afferma Cappelli – non è solo un fallimento urbanistico, è un insulto alla storia della città e all’intelligenza dei suoi cittadini. È il risultato di una strategia politica che sfrutta i beni pubblici per spot elettorali, per poi dimenticarli appena si spengono i riflettori».
I consiglieri di opposizione chiedono interventi immediati e una gestione trasparente, partecipata e continuativa del bene. «Non servono altri selfie o passerelle – concludono – ma rispetto, programmazione e responsabilità. La città non ha bisogno di fotografie, ma di fatti».
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