di Luca Capponi
Ogni anno, nella notte tra il 5 e il 6 agosto, migliaia di occhi sono rivolti verso il cielo sopra Porta Cartara. È lì che si accende lo spettacolo pirotecnico in onore di Sant’Emidio, un appuntamento attesissimo non solo dagli ascolani (che sono soliti chiamarlo affettuosamente “lo sparo”) , ma anche da tantissimi turisti che scelgono proprio questo periodo per visitare la città. Ma se tutti conoscono il fragore e i colori che illuminano la notte, pochi sanno davvero quanta preparazione e lavoro ci sia dietro.
A curare lo spettacolo, da oltre 45 anni, è la ditta Alessi Events di Appignano del Tronto, una delle realtà pirotecniche più conosciute d’Italia, attiva anche all’estero — dall’Europa all’Asia. I titolari, Paolo Ciotti e Alessandro Poli, non sono solo artigiani esperti: sono registi del cielo.
«Tutto parte molto prima dell’accensione – spiegano –. C’è una fase di progettazione registica dello spettacolo: decidiamo tempi, successione dei fuochi, colori, effetti. Ogni dettaglio viene pensato in anticipo, per creare un crescendo visivo ed emozionale».
La fase operativa inizia quasi due giorni prima del grande evento. Una squadra di 7-8 operatori raggiunge l’area di Porta Cartara e dà il via al montaggio. «Per prima facciamo scavare delle piccole trincee, quest’anno ne abbiamo realizzate tre – raccontano Poli e Ciotti –. Dentro ci mettiamo dei tubi metallici che servono da supporto ai candelotti, che poi sono i veri protagonisti dello show».
I fuochi arrivano già pronti, per la maggior parte da una fabbrica specializzata in Abruzzo, su misura rispetto allo spettacolo progettato: per l’edizione 2025 ne sono stati utilizzati circa 1.500 per mezz’ora di spettacolo. «Ogni candelotto ha indicato sull’etichetta un tempo preciso di accensione. Questo ci permette di programmare l’effetto scenico con estrema precisione», spiegano ancora.
Fino agli anni ‘90 tutto veniva fatto a mano. Oggi la tecnologia ha cambiato il lavoro, un po’ come in tutti i settori.
«Una volta si accendevano le micce manualmente, era tutto molto più pericoloso e meno preciso. Oggi invece i blocchi sono collegati a un sistema con centralina, radiocomando e fili elettrici. In pratica, premi un pulsante e i fuochi partono esattamente quando devono partire».
A manovrare il sistema sono solo loro due: Paolo e Alessandro. Nel momento dello spettacolo, restano a pochi metri dai fuochi, mentre il resto della squadra si posiziona sottostrada, in sicurezza. La zone viene presidiata da Vigili del fuoco e Forze dell’ordine sin dalla mattina del 5 agosto, ovviamente per questioni di sicurezza. In tarda serata, dopo la tradizione tombola di piazza Arringo, tempo 10 minuti e si parte.
«Siamo sempre noi a dare il via e a restare vicini all’impianto. Ci vuole attenzione massima: tutto deve funzionare al secondo», dicono.
A differenza degli anni passati, in cui l’afa ha spesso reso più faticoso il montaggio, quest’anno il meteo è stato clemente, permettendo di lavorare con temperature più miti. Oltre ai fuochi notturni, la Alessi Events cura anche i tradizionali colpi scuri, i botti senza emissione di luce o colore che scandiscono le fasi della giornata del patrono, riecheggiando in tutta la città. Dopo lo spettacolo, però, non è finita: l’area viene smantellata e ripristinata come era originariamente.
«Il fascino dei fuochi non tramonta mai, in tutti questi anni il mondo si è trasformato ma l’emozione per questo genere di rappresentazione è rimasta la stessa, sia nei bambini che negli adulti».
Ed effettivamente, a guardare l’affluenza che ogni anno si registra, sia dai prosceni cittadini, vedi Lungo Castellano, che dalle campagne limitrofe, sembra essere proprio così. Così come sembra davvero che i fuochi rappresentino l’ultimo vero spettacolo “popolare” ancora in essere, in un mondo che sfreccia a tutta velocità ma che per fortuna non sa rinunciare a tornare bambino e puntare lo sguardo verso il cielo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati