“L’estensione della Zona Economica Speciale alle Marche e all’Umbria segna una svolta epocale per lo sviluppo del Centro Italia”. Lo sottolinea Confindustria Ascoli Piceno, che legge in questa misura una possibilità concreta di rilancio per l’intero tessuto industriale del territorio, dopo anni segnati da difficoltà strutturali e congiunturali.
LE PROIEZIONI – Secondo i dati elaborati su modello Svimez e analisi Confindustria Ascoli Piceno, la sola provincia di Ascoli Piceno potrebbe generare entro il 2028 oltre 220 milioni di euro di nuovi investimenti, attivando almeno 1.800 nuovi posti di lavoro – 2.500 entro il 2030 – e coinvolgendo dalle 100 alle 200 imprese. A livello regionale, la Zes può catalizzare fino a 750 milioni di euro di investimenti e 6.500 nuove assunzioni.
Simone Ferraioli
«La Zes rappresenta uno strumento strategico – afferma Simone Ferraioli, presidente di Confindustria Ascoli Piceno – E per il nostro territorio, come nessun altro nelle Marche, è anche una questione di equità. Siamo a ridosso dell’Abruzzo, dove la Zes del Mezzogiorno è attiva già da tempo. L’inserimento della nostra area tra quelle agevolate è fondamentale per contrastare l’effetto delocalizzazione e perdita di competitività a cui abbiamo dovuto sottostare negli ultimi anni».
L’esperienza nel Mezzogiorno dimostrerebbe, per Confindustria, l’efficacia della misura: quasi 6 miliardi di investimenti attivati, oltre 52.000 nuovi posti di lavoro e un sensibile snellimento delle procedure amministrative. Quest’ultimo aspetto sarà cruciale anche per le Marche, dove imprese e investitori chiedono tempi certi, sportelli unici realmente funzionanti e un coordinamento efficace tra Governo, Regione ed enti locali.
Il Piceno, sottolinea Confindustria, offre già una base solida: un capitale umano altamente specializzato nei settori della meccanica, del chimico-farmaceutico e dell’agroalimentare e una rete associativa e imprenditoriale attiva nel promuovere innovazione e attrattività.
«Come Confindustria Ascoli Piceno – conclude Ferraioli – siamo pronti a supportare aziende, enti e istituzioni per rendere questa misura una leva concreta di trasformazione. La Zes può essere il vero punto di svolta per il nostro territorio, ma solo se sapremo governarne l’attuazione in modo efficace, coordinato e inclusivo».
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