«Non siamo i nemici dei pazienti»: il Nursind difende gli infermieri del pronto soccorso

IL SINDACATO replica alla denuncia di un cittadino e sottolinea le criticità: «Carichi di lavoro insostenibili, urgenze reali e carenza di personale alla base delle difficoltà. Problema aggravato dagli accessi impropri»
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Maurizio Pelosi

«Gli infermieri non sono i nemici dei pazienti o della cittadinanza». Con queste parole il sindacato Nursind interviene su quanto accaduto al Pronto Soccorso dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, dalla denuncia di un uomo che non riusciva ad avere notizie della moglie ferita in un incidente stradale alla replica degli stessi operatori sanitari.

Secondo il NurSind, il pronto soccorso non può essere paragonato «alla hall di un hotel, dove basta suonare per far arrivare qualcuno pronto ad accoglierti», ma è un’unità operativa che gestisce emergenze reali, spesso in condizioni critiche, con risorse e personale limitati. Ogni istante – sottolinea il sindacato – è dedicato alla stabilizzazione dei pazienti e alla valutazione delle priorità cliniche, non all’accoglienza formale.

 

«Il problema – spiega Maurizio Pelosi, referente territoriale del Nursind – è aggravato dal fenomeno degli accessi impropri: in Italia circa il 22% degli arrivi al pronto soccorso, pari a 4 milioni di casi l’anno, non sono urgenti e finiscono per rallentare l’assistenza a chi ha reale bisogno di cure immediate».

Sul fronte della comunicazione con i parenti in attesa, il Nursind chiarisce che l’assenza di aggiornamenti immediati non deriva da insensibilità, ma dalla necessità di garantire l’assistenza diretta a chi è in condizioni critiche, nel rispetto delle norme sulla privacy.

«Fare un turno lì è massacrante: ne esci stremato, come uno zombie», afferma il sindacalista che denuncia turni estenuanti, emergenze continue e frequenti aggressioni verbali e fisiche. Proprio ad Ascoli, ricordano, si è verificato il primo caso in Italia in cui un’infermiera, aggredita durante il servizio, ha ottenuto un risarcimento di oltre 22 mila euro, un episodio che mette in luce anche le carenze in tema di sicurezza sul lavoro.

 

Il Nursind ricorda inoltre che «se un cittadino ritiene di aver subito un disservizio, esiste lo strumento ufficiale per segnalarlo: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico», pensato per raccogliere segnalazioni in modo formale e attivare verifiche. «Prima di esprimere giudizi affrettati basati su singoli episodi – sottolinea il sindacato – è necessario considerare il contesto complessivo: la questione riguarda anche la scarsa cultura del pronto soccorso, il mancato investimento nella medicina territoriale e la carenza di medici di base».

 

«Senza un intervento serio su questi fronti e senza un reale sostegno – avverte Pelosi – il pronto soccorso continuerà a operare in condizioni limite. Gli infermieri non sono i nemici dei pazienti o della cittadinanza, ma professionisti che, spesso a costo della propria salute, garantiscono ogni giorno assistenza, sicurezza e dignità a chiunque varchi la porta di un pronto soccorso».

 

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