Caso Pd-Israele, Curti smentisce: «Non ne sapevo nulla, già inviata la diffida»

di Andrea Pietrzela

Elly Schlein a Force per Matteo Ricci

Caso Pd–Transatlantic Friends of Israel, l’europarlamentare ascolano del partito di centrosinistra Augusto Curti si chiama fuori.

Risale ai giorni scorsi, infatti, l’accusa di una testata nazionale secondo la quale numerosi membri del Pd di Elly Schlein – partito che ha chiesto al Governo di riconoscere lo Stato della Palestina e non essere complice dei crimini di Israele – sarebbero in realtà, al contempo, membri del Transatlantic Friends of Israel, “Gli Amici Transatlantici di Israele”, una sorta di lobby pro-Israele all’interno dell’UE. Un gruppo, si legge sul loro sito, “interparlamentare e interpartitico che si dedica all’ordine postbellico della sicurezza e della cooperazione transatlantica”.

Augusto Curti

Tra i nomi dei parlamentari coinvolti compare anche quello di Augusto Curti, che però non ci sta e respinge fermamente le accuse:

«Non ho mai aderito all’associazione in questione e non conosco il motivo per cui il mio nome sia stato inserito in quell’elenco – le sue parole – Ritengo si tratti di un errore e, a tal fine, ho già diffidato formalmente l’associazione, tramite e-mail ufficiale, a rimuovere immediatamente il mio nominativo.

Peraltro la mia attività parlamentare è da sempre concentrata su tutt’altro fronte – conclude – sono infatti firmatario di tutti i documenti che esprimono una condanna netta nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu, chiedendo l’immediata cessazione delle operazioni militari condotte da Israele e sostenendo il riconoscimento della soluzione “due popoli, due Stati”».