Ascoli-Samb e faide sui social, Campanelli: «Clima strano, lo sport è fonte di aggregazione sociale»

SAN BENEDETTO - L'assessora allo sport: «Ho ricevuto segnalazioni di giovani, alcuni nemmeno adolescenti, che per rivalità calcistiche si sono spintonati in spiaggia e ci sono messaggi sui social che dovrebbero far riflettere»
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Cinzia Campanelli

di Giuseppe Di Marco

 

Cosa sta generando il derby fra AscoliSambenedettese? Le polemiche rimangono nell’alveo del tifo oppure l’appartenenza ai colori cittadini sta trascendendo in qualcosa che non ha niente a che vedere con lo sport? A leggere tanti commenti sui social, ci sembra che normali dissapori stiano degenerando in qualcosa di insano. A condividere questo pensiero è Cinzia Campanelli, assessore allo sport di San Benedetto.

 

«In vista del derby fra Sambenedettese e Ascoli, sta montando un clima strano – dice – Ho ricevuto segnalazioni di giovani, alcuni nemmeno adolescenti, che per rivalità calcistiche si sono spintonati in spiaggia e ci sono messaggi sui social che dovrebbero far riflettere. È fondamentale ricordare, soprattutto in questo momento funestato da guerre insensate, che lo sport è il supremo canale attraverso il quale si esprimono valori universali di aggregazione sociale. Il calcio è lo sport più seguito in Italia da tutte la fasce di età soprattutto da giovani e giovanissimi, ha il dovere di lanciare un grande messaggio educativo e sociale».

 

Afferma Campanelli che «la Us Sambenedettese, grazie a una società profondamente radicata nel tessuto cittadino, con molti sacrifici sta rilanciando i colori della nostra città, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche in termini di senso di appartenenza e immagine di San Benedetto del Tronto. Questo rappresenta qualcosa di prezioso perché custodisce le nostre tradizioni e una passione riconosciuta a livello nazionale; tale sentimento positivo non può però diventare un alibi per lasciare spazio a comportamenti che nulla hanno a che vedere con lo sport e i suoi valori di aggregazione e condivisione».

 

Conclude l’assessore: «Credo allora fortemente che tutto il tessuto sociale cittadino, le istituzioni e le stesse società sportive siano obbligate a lanciare un importante messaggio di distensione e abbassare i toni delle tifoserie, nella speranza che il tanto atteso derby possa finalmente passare alla storia come un momento di festa in cui ciascuno possa sentirsi libero di manifestare la propria passione senza scadere in beceri atteggiamenti ostili e violenti».

 

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