Un indigente riposa in Piazza della Libertà
di Giuseppe Di Marco
Per quanto ancora andrà avanti la situazione di degrado umano e sociale al Ponterotto? E’ la domanda sottesa nella missiva di Sergio Pezzuoli, già consigliere comunale del Pd ed ex presidente del comitato di quartiere.
«Abito nel quartiere Ponterotto da quando sono nato – dice – l’ho visto crescere mentre crescevo anch’io e ci conosciamo quasi tutti, una comunità da sempre concorde. Insieme abbiamo fatto battaglie per evitare di far vendere una scuola dismessa per creare un luogo di incontro, oggi sede di un centro anziani, di una ludoteca e ritrovo di varie associazioni. Si è insediata nel tempo una sede della Caritas che negli anni si è sviluppata sia nelle dimensioni che nel numero delle persone accolte per dare loro un pasto, un aiuto economico, una prestazione sanitaria, un sostegno. Da sempre inserita e integrata nella zona, senza spiacevoli rigurgiti».
Continua Pezzuoli: «Da tempo però assistiamo a scene di degrado urbano ma soprattutto umano, con episodi anche violenti, alle quali non sappiamo trovare soluzione ed io non so dare una risposta alla domanda di mia figlia: “Perché quelle persone dormono a terra o sulla panchina? perché non hanno una casa?”. Dovrei dirle che il mondo è pieno di ingiustizie, che gli ultimi quasi sempre sono dimenticati, che per certe forze politiche l’importante è rimuoverli dal campo visivo. Non ho voluto dare a mia figlia una risposta senza un segno di speranza».
L’ex presidente del comitato riconosce che «i fatti di violenza e degrado urbano si registrano in tutta la città: un commerciante aggredito, un ragazzo ucciso fuori da una discoteca, risse tra giovani poco più che adolescenti, incuria e sporcizia nei luoghi pubblici. Molti cittadini hanno un episodio da segnalare, da denunciare. Nel mio quartiere però questi episodi hanno carattere di quotidianità e stanno rendendo sempre più difficile la convivenza e la tolleranza. Il complesso equilibrio raggiunto negli anni è saltato». Ma la responsabilità di tutto ciò, per Pezzuoli, non va cercata affatto nella Caritas.
Il cittadino sottolinea come «denunce, petizioni, interrogazioni consiliari non hanno ad oggi prodotto alcuna azione significativa da parte dell’Amministrazione ma solo tavoli di lavoro o l’ennesima commissione. Tutti i soggetti e le istituzioni interessate si coordino per assumere iniziative e provvedimenti perché la sicurezza è un diritto, ma un diritto non viene sancito per indignazione, occorrono fatti concreti».
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