Strage di Gaza, cinque ore e mezza per leggere i nomi dei bambini uccisi 

SAN BENEDETTO – Il lungomare trasformato in un luogo di memoria il 14 agosto, quando l’associazione "Piceno per la Palestina" ha organizzato una maratona di lettura pubblica. Si è trattato del primo dei tre eventi solidali volti a mantenere alta l’attenzione sulla disastrosa situazione umanitaria. Bandiere palestinesi anche ad Ascoli 
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Un momento della manifestazione del 14 agosto a San Benedetto (Foto Elena Francesca Liberti)

 

(Foto Elena Francesca Liberti)

Un microfono, una cassa, fogli posati sull’asfalto. E centinaia di nomi: «Riman Hesham Rajeh Al-Talbani (1 anno), Mohammed Mansour Nasruddin Abu-Ne’meh (1 anno)».

La lista, ordinata per età, ha occupato l’intero pomeriggio e parte della serata della vigilia di Ferragosto, sul lungomare di San Benedetto, dove l’associazione “Piceno per la Palestina” ha organizzato una maratona di lettura pubblica.

 

Dopo un’ora erano stati letti soltanto i nomi dei piccoli che non avevano ancora compiuto un anno. Alla fine, alle 22.56, la lettura si è fermata ai bambini di sei anni: 18.500 le giovani vite spezzate negli ultimi 22 mesi.

 

L’iniziativa di San Benedetto è stata parte di “Ferragosto per Gaza”, un percorso di tre eventi solidali che hanno visto lavorare insieme tre realtà del territorio piceno e fermano, “Consulta per la fratellanza tra i popoli di Grottammare, “Palestina Libera!” di Fermo e “Piceno per la Palestina”, per mantenere alta l’attenzione sulla disastrosa situazione umanitaria del popolo palestinese.

Una situazione che, denunciano le associazioni promotrici, «viola tutte le convenzioni e le dichiarazioni internazionali sui diritti umani e si configura come un vero e proprio genocidio».

Gli appuntamento, oltre che a San Benedetto il 14 agosto, sono stati a Porto San Giorgio il 15 ed a Grottammare il 16.

«Un Ferragosto alternativo, ma assolutamente necessario» commentano gli organizzatori. «Sterminare i bambini di Gaza con le bombe e con la fame non è guerra, è genocidio. Basta: bisogna fermare questa tragedia».

 

(Foto Elena Francesca Liberti)

Molti cittadini si sono fermati, chi incuriosito, chi commosso. Una bambina ha riconosciuto la propria età leggendo uno dei fogli a terra. Due uomini hanno ascoltato in silenzio per oltre due ore. Una coppia, tornata più tardi, ha chiesto incredula: «Eravate ai neonati alle cinque e mezza, siete già ai sei anni?».
Qualcuno ha provato a leggere a sua volta, altri hanno chiesto come poter contribuire, qualcuno si è arreso alla commozione.

(Foto Elena Francesca Liberti)

Non è stato semplice ottenere il permesso per la manifestazione. L’associazione aveva proposto date precedenti, tutte respinte dall’amministrazione comunale: il 27 luglio, il 9 e il 10 agosto, rifiutate per la concomitanza con eventi religiosi e turistici. Alla fine, l’iniziativa è stata autorizzata il 14 agosto, in una data che non coincideva con altre attività cittadine. «Forse – commentano gli organizzatori – non si voleva turbare la leggerezza estiva con il ricordo dei bambini uccisi a Gaza».

(Foto Elena Francesca Liberti)

L’eco delle manifestazioni non si è limitata ai singoli eventi. Anche ad Ascoli Piceno in queste settimane le strade e i palazzi sono stati attraversati da numerose bandiere palestinesi, testimonianza visibile di una solidarietà che si è diffusa ben oltre i momenti ufficiali e che continua a intrecciarsi con la vita quotidiana della città.

 

 

(Foto Elena Francesca Liberti)

Lo stesso 14 agosto, a Marzabotto, il cardinale Matteo Zuppi – presidente della Conferenza Episcopale Italiana – ha letto i nomi e le età dei bambini palestinesi e israeliani uccisi dal 7 ottobre, nel luogo simbolo della strage nazifascista del 1944. Un gesto che ha richiamato l’importanza di non dimenticare le vittime innocenti, ieri come oggi.

 

(Foto Elena Francesca Liberti)

Piceno per la Palestina chiede alle istituzioni civili e religiose locali di uscire dal silenzio: «Il rifiuto di voltarsi dall’altra parte deve diventare una responsabilità collettiva. Serve una presa di posizione chiara, capace di tradursi in gesti concreti contro un massacro che non può essere ignorato».

La lettura si è chiusa poco prima delle 23. L’ultima voce ha scandito i nomi di Hamdi Mohammed Atallah Abu-Ulbah e Majd Mohammed Shahda Abu-Sitteh, entrambi di sei anni. Fogli raccolti da terra, luci spente. Restava nell’aria il peso di migliaia di nomi, impressi nella memoria di chi si è fermato anche solo per un attimo.

 

FOTOGALLERY (La bandiera palestinese in tanti punti di Ascoli – Foto pagina Facebook di “Piceno per la Palestina”)


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