Dal 15 settembre chalet aperti anche senza bagnini di salvataggio

SAN BENEDETTO - Decisione presa dalla giunta regionale per evitare la chiusura del comparto balneare a causa della difficoltà di reperire personale con la ripresa delle scuole e delle università. Soddisfatte le associazioni di categoria
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Bagnino

Dal 14 settembre non ci sarà l’obbligo del servizio di salvataggio nelle spiagge marchigiane: la decisione arriva dalla Regione Marche che con una delibera della Giunta Regionale dello scorso 11 agosto ha anticipato a domenica 14 la conclusione della stagione balneare ufficiale, termine in precedenza fissato alla terza settimana di settembre.

 

Cosa vuol dire, in pratica? Durante la stagione balneare ufficiale è necessaria la presenza del bagnino di salvataggio, mentre al di fuori di questo periodo gli stabilimenti balneari possono restare aperti con le attrezzature da spiaggia come ombrelloni, sdraio e lettini, semplicemente avvisando con apposita cartellonistica che non è attivo il servizio di salvataggio.

 

Si legge nella delibera 1372 dell’11 agosto: «A seguito di un’intensa attività di concertazione condotta nel corso dell’ultimo anno, sono emerse diverse criticità che incidono in maniera significativa sull’adozione delle misure di sicurezza connesse alla balneazione e che, pertanto, si ritiene opportuno considerare con la dovuta attenzione. In particolare, le associazioni operanti nel settore dell’assistenza ai bagnanti hanno evidenziato le difficoltà nel reperire personale qualificato al di fuori dei mesi di luglio e agosto».

«Tale criticità è riconducibile – continua la delibera – al fatto che l’attività di assistenza è svolta prevalentemente da studenti, i quali risultano indisponibili nei periodi coincidenti con la conclusione e l’avvio dell’anno scolastico e accademico. Ne consegue l’impossibilità di garantire la continuità del servizio di salvataggio, con il rischio conseguente di dover disporre la chiusura degli stabilimenti balneari sprovvisti di tale presidio, determinando di fatto un calo dei servizi turistici, nonché di fatto una ulteriore grave riduzione della vigilanza sul litorale, che – a stabilimenti aperti – sarebbe in qualche modo assicurata dalla presenza dei gestori e del personale degli stessi».

 

Antonia Fanesi, Elena Capriotti ed il comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto Giuseppe Quattrocchi

Soddisfatte di questa decisione, che ora dovrà essere recepita con apposita integrazione dell’ordinanza balneare dalle varie Capitanerie di Porto, la Confesercenti Ascoli-Fermo. Il direttore Elena Capriotti così commenta: «Una decisione che evita problemi di chiusura anticipata per la difficoltà di reperire personale e al contempo mantiene la vigilanza dei concessionari sulla spiaggia in un periodo che, negli ultimi anni, ha registrato un aumento degli afflussi. Si è trattata di una interlocuzione costante con i vertici regionali da parte nostra, e questo ha portato a una sintesi corretta.

Al di là del salvataggio – continua la Capriotti – occorre informare sempre più sulle regole del mare. Come avviene per le regole delle strade, non devono mai mancare indicazioni per un mare sicuro. E’ già in fase di avvio un Piano per la formazione, con la cooperativa di salvataggio che da anni presta assistenza sulle nostre spiagge . A fine stagione una riflessione sul piano strategico sarà coordinata dalle federazioni di Assoturismo Confesercenti».

 

«Per andare in spiaggia – interviene Antonia Fanesi, presidente Assoturismo Confesercenti – e godere del sole e del mare, basta anche un asciugamano, qualunque sia la scelta del turista, purché la sicurezza sia custodita su concessione anche libera, la nostra riviera ricordiamo si è sempre caratterizzata per un mare sicuro e imprenditori responsabili.

La collaborazione con la Capitaneria di Porto è senz’altro auspicata dalla Confesercenti che già nel passato è impegnata sul fronte della sicurezza e della qualità dell’offerta turistica.

Anche in bassa stagione le nostre spiagge, dove gli imprenditori hanno diversificato l’offerta, possono portare vantaggio all’immagine delle città».


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