Mimmo Minuto, presidente dell’associazione I Luoghi della Scrittura e il direttore Antonio Preziosi
di Edoardo Ciriaci
Alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto il direttore del Tg2 Antonio Preziosi ha presentato “Leone XIV. La via disarmata e disarmante”. Il suo ultimo saggio che ripercorre la vita del neo pontefice fino ai giorni dell’elezione: «Stiamo imparando a conoscerlo insieme. Ero in studio dopo la fumata bianca e quando è stato annunciato il cardinale Prevost, è stato emozionante sapere che la scelta del suo nome fosse Leone”, ha esordito nella conversazione con la giornalista Laura Ripani. Presenti anche il sindaco Antonio Spazzafumo e l’assessore alla cultura Lia Sebastiani.
al tavolo anche il sindaco Spazzafumo
Un libro scritto in dieci giorni e altrettante notti, «con mia moglie che mi chiedeva dove fossi e cosa stessi facendo (ride, ndr). Mi ero già fatto un’idea dei 20 candidati e nei primi quindici giorni da Papa ho elaborato le idee che mi servivano per scrivere il libro».
“Chi sono gli Attila e i Carlo Magno di oggi? Probabilmente il primo è la guerra. Il Papa ha già detto di non aver preso ispirazione dagli omonimi precedessori e sta portando avanti una personale linea per la costruzione della pace. In ogni incontro mi piace ricordare qual è stata la formula con la quale si è presentato: “La pace sia con tutti – sul tutti pongo l’accento, dice Preziosi – voi».
A tal proposito il direttore ribadisce la personale gioia nell’aver visto come la Chiesa abbia messo a disposizione la basilica di San Pietro per lo storico colloquio tra Donald Trump e Vladimir Zelensky dopo il funerale di Papa Francesco.
La capacità inclusiva è l’ingrediente fondamentale della Pace. «Noi giornalisti dobbiamo raccontare il conflitto, ma per molto tempo abbiamo parlato solo di guerra. Non di pace. Che è diventato una conquista recente soprattutto nell’ultimo anno di vita di Bergoglio. Se cancelliamo questa parola dal racconto rischiamo di far pensare che non ci sia negoziazione».
In un momento storico così delicato, è particolare la scelta di un uomo così idealmente vicino al tycoon: «Difficile pensare che in Conclave si facciano ragionamenti di geopolitica. Quello che mi hanno detto tutti i cardinali con cui ho parlato è che, quando si chiudono le porte della Cappella Sistina, accade che ciascuno di loro si sentono soli di fronte al giudizio universale. E questa solitudine comporta di trovarsi solo con la propria coscienza nel momento in cui va a scrivere il nome sulla scheda».
«Non è sfuggito – aggiunge Preziosi – che abbia parlato però subito in italiano e in spagnolo. Si è presentato come americano e peruviano, ma se mi consentite anche molto europeo e romano. Incarna la vera espressione del pontefice, di costruttore di rapporti e relazioni. Probabilmente incontrerà Trump per confrontarsi su temi reali e concreti».
Laura Ripani, Antonio Preziosi e Mimmo Minuto
«Leone è un pontefice che si sente poco», provoca Ripani. «Credo che abbia un’agenda molto ampia», risponde Preziosi. «È un monaco, un agostiniano che prende dalla tradizione il senso della comunità allargata agli altri. Non è ancora una notizia confermata ma pare che lui voglia portare nella sua residenza una piccola comunità. Sono convinto che tanto di questa sua matrice spirituale sarà parte del suo pontificato. Ci stupirà».
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