Michele Silla
L’esclusione di alcuni Comuni del Piceno e del Fermano dalla ZES unica ha portato i sindaci dei territori interessati a un incontro con il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Per il Piceno hanno partecipato Alessio Piersimoni (Cupra Marittima), Nazzareno Ciarrocchi (Montefiore dell’Aso) e Massimo Romani (Massignano).
In una nota congiunta, i tre amministratori hanno ringraziato il governatore «per la disponibilità e la chiarezza, apprezzando l’apertura al confronto e l’impegno ad affrontare congiuntamente il tema di una possibile rimodulazione delle aree e dei benefici». Hanno inoltre riferito che Acquaroli avrebbe lasciato una porta aperta, ricordando come la definizione delle aree ammesse risalga al 2021 sulla base di criteri fissati dalla Commissione europea. Tra le ipotesi citate dal presidente, anche quella di rivedere i criteri applicati prima del 2021 o di valutare misure compensative condivise con i Comuni esclusi.
Ma a smontare l’ottimismo dei sindaci è arrivata la voce di Michele Silla, consigliere comunale di Massignano: «I sindaci di Cupra, Massignano e Montefiore ringraziano il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli per la Zes. Ma ringraziano di cosa? Le Zes sono disciplinate a livello nazionale. Le decisioni spettano al Governo, attraverso Dpcm che recepiscono la proposta ministeriale, al Mit e al Mef che definiscono piani e criteri di accesso. La Regione ha solo un ruolo di proposta o pressione politica, ma nessun potere decisionale diretto».
Silla incalza poi sul piano politico e amministrativo: «Domandiamo ad Acquaroli, che non si è preoccupato prima dei Comuni di quest’area e ora cerca di recuperare con un calcio d’angolo, quali investimenti e quali attenzioni la Regione ha mostrato per questi borghi che rischiano di svuotarsi».
«È assodato – conclude Silla – che le decisioni sulla Zes non spettano certo al presidente regionale e tantomeno ai sindaci. Intanto i nostri borghi rischiano di diventare paesi fantasma e si spacciano per “compensazioni” quelle che sono solo promesse. Questa è propaganda, non sviluppo».
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