L’incendio alla Adriatica Bitumi dello scorso 9 agosto
A Colli del Tronto è tornato al centro del dibattito il futuro dell’Adriatica Bitumi, azienda storica del territorio, scenario del grosso incendio dello scorso 9 agosto. Il sindaco Andrea Cardilli ha denunciato un clima di «strumentalizzazione elettorale», riferendosi all’intervento del gruppo Democraticamente Insieme (leggi l’articolo), ricordando come «l’impianto fosse operativo anche durante le passate amministrazioni a guida Pd, senza che venissero presi provvedimenti».
Il primo cittadino ha chiarito che la questione ambientale non ricade direttamente nelle competenze del Comune: sia Ast che Arpam, infatti, hanno escluso impatti inquinanti significativi. Diverso invece il capitolo della sicurezza. Cardilli ha richiamato l’attenzione sul rischio di possibili esplosioni, data la vicinanza dell’impianto a un centro commerciale, a insediamenti artigianali e abitativi e all’area destinata a un nuovo polo commerciale. «La nostra priorità – ha ribadito – è la salvaguardia dell’incolumità pubblica».
Per questo motivo, l’Amministrazione comunale ha chiesto alla Prefettura l’apertura di un tavolo tecnico con l’obiettivo di valutare anche una possibile delocalizzazione. La Prefettura ha accolto la richiesta, coinvolgendo nelle verifiche anche i Vigili del Fuoco. «Se dovessero emergere rischi concreti per la popolazione – ha avvertito il sindaco – il Comune non autorizzerà la riapertura dell’impianto».
Cardilli ha inoltre rassicurato la cittadinanza sugli esiti delle analisi dell’Arpam successive all’incendio del 9 agosto, che aveva interessato una fresa mentre lo stabilimento era chiuso e con i silos vuoti. I rilievi, ha spiegato, hanno escluso alterazioni della qualità dell’aria: «I valori rilevati – ha comunicato l’Arpam – non risultano significativi ai fini di un’alterazione dello stato atmosferico».
Il sindaco ha concluso con un invito a non trasformare il tema ambientale in uno strumento di contesa politica.
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