di Luca Capponi
Una poesia scritta all’alba, dopo l’ennesima scossa che nel 2016 devastava l’Appennino tra Amatrice, Norcia e Arquata, si è trasformata in un progetto artistico voglioso di ridare speranza a un territorio martoriato. È la poesia “O Terra” dell’ascolano Pierluigi Sabatini, vincitore del premio internazionale “Poet Pushkin Prize” 2024, che oggi vive di nuova vita grazie a un video emozionale diffuso per la prima volta dal Comune di Amatrice.
Sabatini racconta come la poesia nacque «di getto», nove anni fa alle cinque del mattino, subito dopo una scossa che lo costrinse a uscire di casa. In giardino, davanti al sole che sorgeva, prese forma l’ultima parte del testo: uno sguardo alla luce del mattino come simbolo di rinascita.
«La chiave del progetto è proprio la speranza – spiega – non solo ricordare la devastazione, ma dare un segnale di vita, di comunità, perché un paese senza comunità è un paese vuoto».
Il video è frutto di un lavoro interamente volontario, senza alcun compenso o rimborso spese. Attorno alla poesia si sono infatti uniti professionisti che hanno scelto di donare tempo e talento. Luca Ward, attore e doppiatore che non ha bisogno di presentazioni, ha prestato la voce recitante, Federico Civilotti ha curato il montaggio audio, Sandro Grifi le riprese, Umberto Palazzolo il montaggio finale.
«Abbiamo voluto che fosse un progetto libero da ogni autoreferenzialità – sottolinea Sabatini – un gesto profondo e non un prodotto promozionale».
Le prime immagini sono state girate ad Amatrice, con un drone che ha catturato i luoghi segnati dal sisma. Il progetto, pensato inizialmente per una diffusione personale sui social, è stato invece affidato al Comune, che lo ha condiviso ufficialmente in occasione dell’anniversario del terremoto. Decine di migliaia le visualizzazioni e le condivisioni, anche da parte dello stesso Ward.
«Abbiamo deciso di consegnare questo lavoro al sindaco Cortellesi – conclude Sabatini– perché fosse un dono alla comunità e a chiunque veda nell’arte una possibilità di crescita. È un ricordo doloroso, certo, ma anche un invito a non smettere di ricostruire: non solo le case, ma la comunità stessa».
Il video, che nelle intenzioni degli autori vuole essere un ponte tra memoria e speranza, rimane oggi testimonianza di come la poesia e l’arte possano e debbano farsi veicolo di rinascita collettiva.
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