Sono partiti i lavori di restauro della chiesa di Sant’Angelo Magno, ma insieme all’entusiasmo per l’intervento atteso da tempo si accende anche la polemica (leggi qui). Al centro del dibattito c’è la decisione di collocare una gru edile proprio sull’antico lastricato in Opus Spicatum, pavimentazione romana a spina di pesce situata davanti alla chiesa e già sottoposta in passato a tutela.
Sulla vicenda, dopo le prime segnalazioni, interviene anche il consigliere comunale di opposizione Gregorio Cappelli, che invita l’amministrazione a riconsiderare le modalità operative per non compromettere un bene storico di pregio.
«È assurdo – afferma Cappelli – anche solo pensare di poggiare una gru e tutto il suo basamento su un pavimento così fragile e prezioso. Esiste un’area privata adiacente dove la gru potrebbe essere sistemata senza arrecare danni. Se necessario, si proceda con un’occupazione temporanea per pubblica utilità».
Il consigliere sottolinea poi le contraddizioni dell’attuale scelta amministrativa: «In passato è stato vietato il transito delle auto proprio per proteggere questa superficie, e ora invece si permette lo stazionamento di carichi notevolmente superiori? È un controsenso inammissibile».
Cappelli chiarisce comunque il sostegno al progetto di restauro della chiesa, da tempo atteso anche dalle opposizioni, ma ribadisce che «tutelare il patrimonio storico deve restare la priorità, per evitare di ripetere gli errori già commessi in altri siti cittadini».
L’avvio dei lavori, dunque, porta con sé un clima di soddisfazione ma anche di forte dibattito, con la comunità e il mondo politico chiamati a vigilare affinché il recupero dell’edificio non finisca per mettere a rischio un’altra preziosa testimonianza del passato ascolano.
Sant’Angelo Magno, al via il restauro ma è polemica per la gru sull’opus spicatum
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