Nomine ad Ascoli Reti Gas, l’opposizione attacca: «Scelte opache e senza criteri»

INTERROGAZIONE in Consiglio comunale contesta la trasparenza delle procedure per il nuovo Cda e richiama le norme su imparzialità e motivazioni delle nomine
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Gregorio Cappelli

Un’interrogazione presentata dal consigliere comunale Gregorio Cappelli di Ascoli Bene Comune, sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione, ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sul rispetto delle normative da parte dell’amministrazione.

 

L’atto, protocollato il 15 settembre e discusso lo stesso giorno in Consiglio, contesta le procedure che hanno portato alla scelta dei tre membri del Cda, nominati con decreto sindacale del 9 settembre 2025.

Secondo Cappelli, la selezione sarebbe avvenuta senza criteri chiari né valutazione comparativa dei curricula, nonostante una delibera consiliare dell’11 luglio 2024 imponesse “requisiti oggettivi, trasparenza, pubblicità delle candidature e valutazione comparativa dei curricula” per le società partecipate.

 

Il bando, pubblicato il 21 agosto 2025, si sarebbe limitato a richiamare i requisiti minimi di legge, senza stabilire punteggi o graduatorie. Delle undici candidature pervenute, i tre nominati sarebbero stati scelti senza motivazioni pubbliche sulle ragioni della preferenza.

 

Secondo l’interrogazione, questa prassi viola non solo gli indirizzi del Consiglio, ma anche principi consolidati di diritto amministrativo e giurisprudenza. Viene richiamato il D.Lgs. 175/2016, che impone “trasparenza, pubblicità ed equilibrio di genere”, oltre a diverse sentenze del Consiglio di Stato che ribadiscono l’obbligo di criteri predeterminati e motivazioni adeguate anche per nomine di natura fiduciaria. La Corte dei Conti, inoltre, ha più volte sottolineato la necessità di motivazioni puntuali per prevenire scelte arbitrarie.

 

Un’ulteriore criticità evidenziata dal consigliere Cappelli riguarda il ruolo del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (Rpct). Nel decreto di nomina non compare alcuna attestazione di un controllo, preventivo o successivo, da parte del Rpct. Se confermata, questa omissione rappresenterebbe «un’ulteriore lacuna in un procedimento già privo di criteri comparativi e motivazioni trasparenti». 


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