«Il recente rapporto Gimbre conferma che l’Italia è all’ultimo posto nel G7 per spesa sanitaria pubblica pro-capite, con un sottofinanziamento strutturale di oltre 43 miliardi di euro. Un dato che da solo spiega perché quasi 6 milioni di italiani abbiano rinunciato alle cure nel 2024», dichiara l’onorevole Augusto Curti, deputato ascolano del Pd.
Un quadro già critico a livello nazionale, che nelle Marche assume contorni ancora più drammatici. «La nostra regione spende appena 638 euro a cittadino contro i 730 della media nazionale, con un buco da 136 milioni l’anno. Questo significa meno servizi, meno personale, meno diritti di cura per i marchigiani».
Augusto Curti
Secondo Curti, «la giunta Acquaroli, con la gestione Saltamartini, ha trasformato la sanità marchigiana in un laboratorio di inefficienza. La riforma che ha cancellato l’Asur ha solo moltiplicato i centri di costo. Oggi mancano 2.730 operatori sanitari: infermieri, medici, Oss e tecnici. Un deficit che rende impossibile rispettare i livelli essenziali di assistenza».
Il fenomeno della mobilità passiva ne è la prova più evidente. «La Regione spende circa 160 milioni per rimborsare le prestazioni a cui i marchigiani devono accedere fuori regione, con un saldo negativo di oltre 50 milioni. Si fugge in Emilia-Romagna, in Lombardia e in altre regioni del nord: questo è il risultato di un sistema che non garantisce più cure tempestive».
A ciò si aggiunge il disastro Pnrr. «La Regione ha utilizzato meno del 20% dei 429 milioni assegnati. Case della Comunità e Ospedali di Comunità restano sulla carta, con il rischio concreto di perdere 346 milioni entro il 2026. Una responsabilità politica enorme».
Durissima la valutazione sulle scelte della giunta: «Mentre i pronto soccorso collassano e si ricorre ai medici gettonisti, la giunta si è dedicata a vetrine propagandistiche come il G7 Salute o alla (fake) ZES, una “zona elettorale speciale” senza fondi reali. Intanto 1 marchigiano su dieci rinuncia alle cure e, chi può permetterselo, è costretto sempre più spesso a spendere di tasca propria presso il privato».
«Cinque anni di destra – conclude Curti – hanno prodotto arretramento, rinunce e fuga dei pazienti. È necessario un cambio di rotta radicale per restituire ai cittadini una sanità pubblica, universale e di qualità».
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