di Lino Manni
Al “Picchi” di Livorno picchia forte il… Picchio. Una partita senza storie dove mi è sembrato vedere giocare il gatto col topo. Già, perché i bianconeri hanno tormentato l’avversario più debole sapendo di poterlo battere quando voleva.
Una partenza con la gestione del pallone con qualità, senza sbavature. Una sicurezza glaciale dell’undici bianconero con Nicoletti e Curado pronti a salire sui calci piazzati. Il pomeriggio sul divano è talmente tranquillo che posso “schiacciare” anche un pisolino. C’è anche il tempo di zoomare sulle altre partite tanto per rimanere aggiornato. L’uno-due firmato da Curado e Gori sono due macigni per un Livorno che potrebbe fare bella figura solo in Serie D.
Ma forse è l’Ascoli che in questo momento è una “spanna” sopra a tutte le altre. A memoria tre vittorie in trasferta nei primi tre viaggi non le ricordo. Neanche l’Ascoli dei record, quello del campionato di serie B 1977/1978, partì così forte.
Nella ripresa capitan Curado e compagni amministrano la partita con l’obiettivo principale di allungare l’imbattibilità del portiere Vitale. Una difesa quella dell’Ascoli con zero gol subiti e che resta l’unica imbattuta dei tre gironi della Serie C, ma anche di tutta Europa. Peccato che solo undici tifosi dell’Ascoli, che poi ascolani non sono visto il divieto di trasferta imposto, abbiamo potuto festeggiare la vittoria.
Il Picchio vola alto ma è già ora di tornare con i piedi per terra. Martedì si torna in campo, in casa con il Pineto con la speranza di espugnare anche il “Del Duca”.
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