di Maria Grazia Lappa
Da Castignano agli Stati Uniti, un’escalation di successi che la scienziata Bruna Corradetti , di fama internazionale, ha fatto registrare nel corso di questi anni. Una storia virtuosa la sua, che dà un volto più umano e affascinante alla scienza. La scienziata, che dirige un gruppo di ricerca nel Baylor College of Medicine di Houston, è motivo di orgoglio non solo per le Marche, ma per tutta l’Italia.
I suoi numerosi riconoscimenti sono frutto di un percorso che ha portato tante gioie, ma anche di tanti sacrifici. La Corradetti da anni si divide tra Europa e Stati Uniti, sempre pronta ad intraprendere nuove sfide. Una mente brillante, proiettata sempre sul prossimo obiettivo, sul prossimo step.
La sua attenzione sempre concentrata sulla la ricerca e negli ultimi anni ha scelto anche di intraprendere una missione di supporto ai giovani ricercatori e nei giorni scorsi è tornata in Italia, a Ravenna, per partecipare al 78° congresso della Società italiana di Anatomia e Istologia, organizzato dalla professoressa Mirella Falconi sotto la presidenza del professor Lucio Cocco. Le sessioni si sono aperte con letture magistrali tenute da scienziati di fama internazionale, tra cui Sir Paul Nurse, Premio Nobel per la Medicina nel 2001.
«Mi occupo dello sviluppo di tecnologie innovative per la medicina rigenerativa: approcci capaci di riattivare il potenziale rigenerativo del corpo umano in condizioni di danno cronico, applicati al trattamento delle ferite non cicatrizzanti e agli interventi prenatali di malformazioni congenite – racconta -. Progetti di frontiera, sostenuti da finanziamenti federali, che mirano a creare un ambiente pro-rigenerativo per affrontare patologie croniche e degenerative».
Inevitabile, dunque, il confronto con studiosi di caratura mondiale e Premi Nobel, come accaduto a Rimini.
«Sono molto soddisfatta di essere stata tra i relatori in un contesto così prestigioso, accanto al Premio Nobel e a numerosi esperti del settore – ribadisce Bruna Corradetti – . Il mio ringraziamento va alla professoressa Monica Mattioli Belmonte Cima e alla professoressa Mirella Falconi per l’invito e a tutti coloro che hanno reso possibile questa importante iniziativa. Nella lezione inaugurale sono intervenuta sui contributi dei giovani ricercatori under 40. Un’occasione per promuovere il dialogo tra generazioni di studiosi, favorire il confronto scientifico e incoraggiare la crescita professionale dei futuri protagonisti della disciplina. Il congresso si è concluso con la cerimonia di premiazione dei migliori contributi».
Accanto alla ricerca, la scienziata ha infatti posto l’accento sulla necessità di costruire un ambiente sostenibile per la scienza e per chi la pratica. Va ricordato infatti che la scienza non è immune ai pregiudizi e che è sempre più faticoso intraprendere questo cammino. Rivolgendosi in particolare a studenti e giovani ricercatori Corradetti ha sottolineato il ruolo cruciale del mentore nel supportare la crescita professionale delle nuove generazioni. Corradetti ha ricordato come la scienza sia «un mare in tempesta, difficile da navigare», e come sia essenziale aprirsi a nuove opportunità, imparare a condividere idee e difficoltà, coltivando una rete di sostegno reciproco.
Questi temi rientrano pienamente nella missione che da anni guida la dottoressa Corradetti: promuovere lo sviluppo di giovani ricercatrici e ricercatori, affinché possano affrontare con coraggio e creatività le sfide di un percorso complesso ma straordinariamente arricchente.
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