La fiaccolata pro Palestina dei sanitari: «Genocidio non in nostro nome»

ASCOLI - Qualche centinaia di partecipanti all’iniziativa della rete spontanea di medici e sanitari italiani #DigiunoGaza e il sostegno del comitato "Piceno per la Palestina", con conclusione davanti all'ospedale "Mazzoni"
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Un momento della fiaccolata

 

di Walter Luzi

(Foto di Pierluigi Giorgi)

 

Free Palestine! Luci nel buio dell’indifferenza quelle accese nella notte di ieri, 2 ottobre, a Monticelli, ad Ascoli. La manifestazione di solidarietà alla causa palestinese, organizzata dai medici e operatori sanitari di #DigiunoGaza e sostenuta dal comitato Piceno per la Palestina, si è snodata dall’Istituto Santo Stefano verso l’ospedale “Mazzoni”.

Sotto l’occhio vigile delle telecamere della Digos e uno schieramento di polizia apparso persino eccessivo per una manifestazione tanto pacifica. Animata da molti operatori sanitari presenti, ma anche tante donne, e tanti bambini. Le vittime preferite, insieme ai giornalisti, dai cecchini e dai droni killer dell’Idf israeliana nella striscia di Gaza. Perché non bastano le bombe che piovono ininterrottamente da due anni su una popolazione inerme.

 

I bersagli selezionati dalle truppe di occupazione illegale di un governo terrorista, sono quelli che tentano, nonostante le condizioni disperate in cui operano, di alleviare sofferenze, e documentare verità. Il silenzio della prima fredda serata ascolana d’autunno rotto solo da qualche coro spontaneo “Palestina libera!”. Corteo aperto da un piccolo striscione che fissa in tre parole il dramma di un popolo oppresso da ottant’anni: “E’ un genocidio”.

 

Al vento bandiere palestinesi, e della pace. Un termine, un valore, quelli della pace, caduti molto in disuso negli ultimi anni. Calpestati dalle politiche folli dei governi occidentali, che di quei valori si sono sempre riempiti la bocca a parole, per poi, con i fatti, mortificare, in più occasioni, ogni sacro principio di diritto internazionale.

Una nutrita compagnia di svalvolati irresponsabili, che stanno portando allegramente, con il riarmo e politiche belliciste doppiopesiste, i loro Stati dritti verso la terza guerra mondiale. E anche la nostra Italia, purtroppo, fa parte del club. Ma non in nostro nome. Dice questo la protesta dal basso, che monta, forte, in Italia e nel mondo civile intero. Tardiva, certo, ma che non può essere più taciuta, e, peggio, ignorata.

 

Le luci delle torce nel buio di Monticelli esprimono solidarietà e vicinanza a un popolo, depredato e prevaricato in ogni maniera, da troppi decenni prima del sette ottobre.

Ma anche ai moderni eroi della Global Sumud Flotilla, ultime vittime della legge della forza che umilia ogni diritto.

E ricordano, chiamandoli per nome, uno ad uno, i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari assassinati a Gaza da due anni a questa parte.

Molti i compagni di studi in Medicina diventati amici, fratelli, anche se pregano un altro Dio. Che hanno scelto, dopo la laurea di tornare lì, in quell’inferno artificiale chiamato Gaza.

Vergogna contemporanea senza fine per tutto il genere umano. A morire. Come martiri moderni, solo per amore verso la loro terra, e la loro gente.

Oggi, 3 ottobre, un’altra manifestazione partita da San Benedetto per proseguire ad Ascoli. 

 

FOTOGALLERY di Pierluigi Giorgi

 


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