di Walter Luzi
Teatro di strada, sacro, di figura. Arti circensi contemporanee e vertical dance. Clownerie. Numeri acrobatici e arte pirica. Myma – “Miti & Maschere” è stato tutto questo nell’ultimo weekend nel centro storico di Ascoli. Solo la tempesta tropicale, che nel tardo pomeriggio di sabato ha flagellato la città, non era prevista dal programma. Peccato davvero. Perché il diluvio ha causato la cancellazione di ben quattro spettacoli, e un quinto, il “Cantico delle Creature” della compagnia polacca ProScenium, ospitato in San Pietro in Castello, è stato sospeso a pochi minuti dalla fine per l’allagamento della antica chiesa sconsacrata.
La ventata di arte e magia nel centro storico di Ascoli, è arrivata per merito della Compagnia dei Folli, grazie ad un progetto partito da lontano.
Chara Lanciotti nel simposio finale insieme con Alessio Michelotti
IL PRIMO PROGETTO EUROPEO – Da un bando triennale dell’Unione Europea datato 2023, nell’ambito del programma Europa Creativa vinto grazie anche al contributo dato alla scrittura del progetto da Alessio Michelotti, della partner belga Open Street.
Bravi e fortunati i Folli ascolani, a vincere su un lotto di diverse centinaia di proposte arrivate da tutto il continente. Si chiama Myma – Myths and Masks of the future. “Miti & Maschere” del futuro. Progetto sostenuto anche dal Comune di Ascoli Piceno attraverso il bando regionale Coesione Italia 21-27.
La Compagnia dei Folli è stata capofila del progetto, che ha visto impegnati altri quattro partner europei. I francesi di Cirq’o vent, i polacchi di ProScenium, i belgi di Open Street che fa rete e network fra le compagnie teatrali e gli artisti di mezzo mondo, e il centro maschere e strutture gestuali Sartori di Abano Terme. Quelli che hanno messo su anche il museo della maschera italiana, della quale sono autentiche eccellenze.
ANCHE IL CARNEVALE ASCOLANO AL CONVEGNO CON I SARTORI – I Sartori hanno il merito di aver rigenerato, infatti, le maschere della Commedia dell’Arte. Dalla maschera di Arlecchino di Ferruccio Soleri a quelle indossate in scena da Bertold Brecht e Dario Fo. Loro, i Sartori, la Storia della maschera in Italia, sono stati i protagonisti del degno gran finale della manifestazione. Il simposio di lunedì 29 settembre, incentrato proprio sul tema della maschera, alla presenza di tutte le compagnie.
Chiara Lanciotti
Fra i diversi relatori, è stato invitato anche Marco Olori, in rappresentanza del Carnevale di Ascoli Piceno. «Ci tenevamo particolarmente a far conoscere al mondo questa “perla” tipica della nostra città – dichiara Chiara Lanciotti, project manager del progetto – e siamo molto contenti di aver potuto coinvolgere anche Olori a rappresentare l’associazione omonima».
In realtà i rappresentanti ascolani erano tre. Insieme al presidente Olori, che ne ha raccontato lo spirito, la lunga storia, e le derive…gastronomiche (in proposito il traduttore ha stentato parecchio a trovare il corrispettivo termine anglo-sassone per definire li raviuol’ ‘ncaciat’…) sul palcoscenico del PalaFolli si sono materializzati anche le maschere di BuonUmor Favorito e de lu Sfrigne.
BuonUmor Favorito e lu Sfrigne, al secolo Amedeo Lanciotti e Roberto Lauretani
Al secolo Amedeo Lanciotti e Roberto Lauretani. Fu il giornalista e scrittore Luca Luna a riportare alla luce notizie pubblicate dalla rivista “L’Eco del Tronto” alla fine dell’800 su questa antica maschera. Luna nel suo libro sul Carnevale del 1999 riscoprì anche descrizioni minuziose del personaggio, gioviale ma non buffonesco, e del suo costume.
Quattordici anni dopo, nel 2013, la maschera del BuonUmor Favorito si reincarna in Amedeo Lanciotti.
Un’ intuizione, questa, di Giovanni Massi, all’epoca presidente dell’associazione Carnevale di Ascoli, rilanciata successivamente anche da Olori, che è riuscito a far rientrare le due antiche maschere ascolane nel registro storico delle maschere nazionali, e ad elevarle al rango di star internazionali.
Meme Lanciotti al Columbus Day dell’ottobre 2024 sulla 5th Avenue di New York
BuonUmor Favorito, sempre incarnato da Amedeo Lanciotti, ha partecipato, infatti, al Columbus Day newyorkese di giusto un anno fa, ed è entrata nel circuito delle grandi maschere italiane che ha fatto tappa, a gennaio scorso, anche in Ascoli, nel corso di una bella serata al teatro Ventidio Basso. Proprio in quella occasione venne annunciata la scoperta del ricercatore Augusto Agostini, che aveva rintracciato documenti ufficiali che testimoniano l’esistenza del Carnevale ascolano fin dal 1229.
Agli ospiti delle compagnie straniere ospiti il presidente Olori ha rivolto un invito. «Venite in Ascoli – ha detto – non a vedere il Carnevale di Ascoli. Ma a viverlo, a respirarlo, nelle nostre vie e piazze del centro. A partecipare, ad esserne coinvolti».
Un invito ribadito anche da Chiara Lanciotti, che ha tirato le somme di un lavoro durato tre anni, grazie al contributo diretto della famiglia Sartori.
I numeri uno nel ramo delle maschere teatrali, dal capostipite Amleto, classe 1915, passando dal figlio, Donato Sartori, classe 1939, scomparso nove anni fa, e sua moglie Paola Pizzi, fino a Sara Sartori, terza generazione di una prestigiosa saga tutta italiana. Queste ultime, presenti al PalaFolli, hanno svelato tutti i segreti, nonché l’impressionante lavoro di ricerca storica che c’è dietro l’ideazione, la progettazione e la realizzazione della maschera di un personaggio teatrale.
MYTOMORPHO – Tornando alla manifestazione, la full immersion del weekend, fitta di performances, dalle 14 del pomeriggio fino a notte fonda, l’ultimo iniziato alle 22,30, in rotazione no-stop negli angoli più caratteristici della città, è stata anche occasione di showcase per tutte le Compagnie.
Performer francesi, polacchi, bosniaci hanno avuto modo di esibirsi davanti a direttori artistici inglesi, irlandesi, cechi, romeni, belgi, serbi, svizzeri oltre che, ovviamente, italiani, che, spesso organizzano spettacoli anche all’estero.
Il chiostro di San Francesco, Piazza del Popolo, San Pietro in Castello, Piazza Ventidio Basso, e lo spazio Pacs messo a disposizione dalla Frida Art Academy in Corso Mazzini, 234, le location che hanno ospitato gli spettacoli.
In piazza del Popolo, la Compagnia dei Folli, domenica sera, ha avuto l’onore dello spettacolo di chiusura. Una prima assoluta. «Si tratta di una produzione nuovissima – commenta sempre Chiara Lanciotti – imposta anche dai requisiti previsti nel bando di questo progetto europeo. Si intitola “Mytomorpho”, e si ispira alla mitologia greca rivisitata in ottica molto moderna, in una chiave che definirei quasi… post-apocalittica, soprattutto per i costumi e le ambientazioni, inusuali. Era molto importante per noi – continua Chiara – realizzare questo progetto nel centro di Ascoli. Una scenografia naturale che si presta molto per questo tipo di attività. Ci tenevamo a valorizzarla davanti ad ospiti arrivati, per l’occasione, da tutta Europa».
Myma, “Miti & Maschere” ha rappresentato un altro fiore all’occhiello per la Compagnia dei Folli, che ha tagliato da poco il traguardo dei suoi primi quarant’anni di attività. Con talento. E passione.
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