La sede Inail di Ascoli
Nei primi otto mesi del 2025, nelle Marche sono state presentate all’Inail 11.028 denunce di infortunio sul lavoro, un dato in lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2024 (-0,7%). Ma il bilancio resta drammatico: 18 i morti sul lavoro, contro i 10 dello scorso anno. Un incremento dell’80% che riporta al centro dell’attenzione la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Dodici decessi sono avvenuti durante l’attività lavorativa, sei in itinere.
Tra le province, Ancona guida la triste classifica con 6 vittime, seguita da Pesaro Urbino (4), Ascoli Piceno e Fermo (3 ciascuna), Macerata (2).
La fascia d’età più colpita resta quella tra i 50 e i 59 anni, a conferma della vulnerabilità dei lavoratori più anziani.
Il profilo delle vittime rispecchia la composizione della forza lavoro regionale: 15 uomini e 3 donne, 16 italiani, un cittadino dell’Unione Europea e uno extracomunitario.
ASCOLI PICENO – Sul fronte degli infortuni non mortali, Ascoli Piceno registra 1.448 casi, con un trend sostanzialmente stabile. Tuttavia, la provincia si distingue per l’aumento delle malattie professionali, cresciute del 14,7% rispetto al 2024.
Un segnale che impone attenzione costante alla prevenzione e alla qualità degli ambienti di lavoro.
Le patologie più diffuse restano quelle osteo-muscolari, seguite dai disturbi del sistema nervoso (+3,9%) e dell’orecchio (+12,6%). In calo invece le denunce per tumori, passate da 49 a 35.
MARCHE – A livello regionale, cresce il numero degli infortuni tra le donne (+1,2%) e tra i lavoratori extra UE (+7,8%).
In forte aumento anche gli incidenti che coinvolgono la fascia d’età tra i 60 e i 74 anni (+11,3%), effetto diretto dell’allungamento dell’età lavorativa.
Dal punto di vista dei settori produttivi, si osservano incrementi preoccupanti in costruzioni (+10,7%), sanità (+22,5%), industria alimentare (+15,4%), fabbricazione di articoli in gomma e plastica (+19,2%) e pubblica amministrazione (+16,5%).
In controtendenza, una lieve flessione per industria, servizi e agricoltura, mentre aumentano le denunce nel lavoro per conto dello Stato (da 1.714 a 1.777).
«Questi dati non sono semplici statistiche: sono storie di lavoro, di fragilità, di diritti negati — sottolinea Guido Bianchini, past president del Cocopro Inail di Ascoli Piceno —
L’aumento dei decessi impone una presa di coscienza collettiva. La sicurezza sul lavoro non può essere un optional né una voce da comprimere nei bilanci. Deve diventare un diritto esigibile, praticato quotidianamente nei luoghi di lavoro».
Bianchini invoca un cambio di passo: «La prevenzione non si predica, si organizza, si verifica, si investe. Servono politiche mirate per le fasce d’età più esposte, attenzione ai rischi invisibili, chimici, ergonomici, organizzativi, e una sorveglianza sanitaria concreta, non solo documentale.
È tempo di introdurre obiettivi misurabili e condizionalità stringenti nell’uso delle risorse pubbliche e negli appalti: chi investe in sicurezza deve essere premiato, chi viola le regole deve restare fuori. La cultura della sicurezza è un bene comune: va costruita insieme, giorno dopo giorno».
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