
di Walter Luzi
Francesco Ceci, quasi en plein. Il campione ascolano è rientrato da Rio de Janeiro senza nascondere tutta la sua soddisfazione: due medaglie e un quarto posto nelle tre finali dei Mondiali su pista paralimpici disputate. Forse, alla vigilia, un risultato nella spedizione sudamericana che avrebbe sottoscritto. E poteva andare ancora meglio.
«La terza medaglia nell’ultima gara di velocità – commenta Francesco Ceci – sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma va bene così. Io e Stefano siamo felicissimi dei piazzamenti ottenuti, anche perché abbiamo potuto allenarci insieme solo a partire dal 4 settembre. Nei mesi estivi non ci è stato mai reso possibile farlo».
Un pizzico di sfortuna, ancora una volta, non ti è mancato. «Il torneo è stato lungo e dispendioso – racconta sempre Ceci – nel tandem la differenza la fa quasi sempre la fortuna nell’estrazione della posizione di partenza. Quando ci è capitato, contro gli australiani, che pure avevano fatto registrare il secondo tempo in qualifica, abbiamo vinto. Quando, invece, non ci è toccato, sempre a sorte, di condurre, siamo rimasti inesorabilmente dietro fino alla fine. Senza contare il fatto che andare alla bella contro i canguri ci ha penalizzato fisicamente, perché i tempi di recupero sono stati minimi. Infatti, sia loro che noi abbiamo perso poi le rispettive finali. Per l’oro loro contro l’Inghilterra, per il bronzo noi contro il Belgio».
Il piazzamento ottenuto in Brasile, proprio nello sprint, prossima disciplina paralimpica dopo il chilometro da fermo e lanciato, consente agli italiani di entrare nel club olimpico in vista di Los Angeles 2028.
«Aspettiamo di vedere se c’è interesse da parte della Federazione – dice ancora Francesco Ceci – se ci sarà una programmazione efficiente. Meglio fare un passetto alla volta. Noi ci siamo, e l’abbiamo dimostrato con i nostri risultati».
È anche il momento dei ringraziamenti. «Quello principale va all’azienda ascolana HP – ricorda Francesco Ceci – che ci ha messo a punto, su misura, il nuovo telaio tandem monoscocca in carbonio. Un prototipo innovativo a livello mondiale che ha offerto ottimi riscontri. Vorrei ringraziare ancora il direttore Abramo Levato e il team che ha lavorato allo sviluppo del progetto, guidato da Cristian Balloni. Una soddisfazione ulteriore quella, da ascolano, di aver portato al successo una bicicletta, anche lei, tutta “made in AP”. Non succede spesso».
L’A.S.D. Team Ceci, la scuderia di famiglia per la quale è tesserato, ha potuto contare anche sul supporto di sponsor preziosi (Cergo Ecoinnova, Emmelle) che le hanno permesso di raccogliere altri successi anche fra i Master (45-49 anni), con Cristian Berardi (sesto posto nella corsa a punti) e Dario Zampieri (secondo posto nella velocità) ai Mondiali di Roubaix appena dieci giorni fa.
Francesco Ceci ci tiene a ringraziare, anche in questa occasione, la vicinanza del Comune di Ascoli, nella persona dell’assessore allo Sport Nico Stallone. Dopo i complimenti si è parlato anche della ripresa dei lavori – infiniti – per la realizzazione del costruendo nuovo velodromo di Campolungo. A quasi cinque anni dallo sfratto dal vecchio velodromo “Bartolini” di Monticelli, non sono mancate, ancora una volta, le rassicuranti promesse in merito. Parola di assessore.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati