A14, Marche sud: il calvario e la vergogna, questa sconosciuta

LA SITUAZIONE nel tratto piceno e fermano dell'autostrada, per quanto sia divenuta insostenibile e pesante, dà l’impressione di poter peggiorare. Specie se chi dovrebbe fare qualcosa continua a dare sfoggio di inazione. Ad ogni grave incidente tante parole ma zero fatti. Pedaso, Grottammare, San Benedetto ma anche le vicine stazioni abruzzesi tappe di disagi, paura e rabbia. I pendolari perdono ore, i turisti evitano e le famiglie, nel peggiore dei casi, piangono i morti
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di Luca Capponi 

 

Questo articolo lo abbiamo scritto decine di volte, ed è probabile che lo faremo ancora, di nuovo, in futuro. Purtroppo. Perché questa situazione, per quanto sia divenuta incredibilmente insostenibile e pesante, dà l’impressione di poter ulteriormente peggiorare. Specie se chi dovrebbe fare qualcosa continua a dare sfoggio di un’inazione ormai certificata, parole a parte.

Un giorno come tanti nel tratto piceno della A14

 

Pedaso, Grottammare, San Benedetto. Ma anche le vicine stazioni abruzzesi Val Vibrata, Giulianova, Roseto e via dicendo fino a Pescara. Luoghi che per chi percorre l’A14 evocano non solo località, ma disagi, paura, rabbia. Il tratto tra il sud delle Marche e l’Abruzzo ha raggiunto livelli che vanno oltre la via crucis quotidiana, dove si rischia la vita per attraversare un’autostrada che di “auto” ha solo il nome, e di “strada” sempre meno.

 

L’ultimo episodio di ieri, 31 ottobre, il ribaltamento di un’autocisterna che trasportava gasolio nella galleria Castello con tanto di tragedia sfiorata e conseguente chiusura del tratto tra Pedaso e Grottammare, è solo l’ennesimo (leggi qui). Incidenti gravi, mortali, si susseguono con cadenza quasi quotidiana. La distrazione, la velocità e tutto quello che volete, ok. Ma tutto ciò non può essere un caso, in un contesto che da anni ed anni è fatto solo di carreggiate ristrette, cantieri infiniti (da Ancona in giù, provate a contarli), deviazioni improvvise e mal segnalate che trasformano ogni viaggio in un azzardo. In una gimkana con la sorte.

 

E intanto si continua a pretendere il pedaggio per un servizio che, a tutti gli effetti, non esiste. Il traffico pesante, le condizioni critiche delle infrastrutture e l’assenza di una terza corsia aggravano un quadro da terno al lotto. Con l’unica “scappatoia”, cioè la statale “Adriatica”, che non può sopperire alle gravi carenze dell’autostrada.

Vigili del fuoco all’interno della galleria Castello

 

Le denunce ci sono. I dati anche. Ma le risposte no. Così come la vergogna, assente del tutto. Le associazioni di categoria parlano di migliaia di euro al giorno di danni per i ritardi titanici che si accumulano percorrenza dopo percorrenza. I pendolari perdono ore, i turisti evitano e le famiglie piangono i morti. Eppure, nessuno interviene con decisione. Questa non è più un’autostrada. È una ferita aperta nel cuore dell’Italia adriatica. E chi la percorre ogni giorno ha il diritto di pretendere sicurezza, rispetto, verità. Soprattutto se, partendo da Ascoli e dal suo entroterra, ci si mette la “ciliegina” della superstrada, altra infrastruttura da tempo sospesa nel limbo, tra lavori e restringimenti.

 

Chissà se le autorità presenti al Giuramento solenne dei volontari dell’Esercito, tenutosi in contemporanea nel capoluogo Piceno, politici, amministratori, sindaci, compreso un ministro del governo (quello della difesa, Guido Crosetto), si sono accorte di qualcosa. Idem per tutti quelli arrivati qui per le recenti elezioni regionali a sbraitare e a fare promesse e passerelle. Chissà…

 

A 14, autocisterna si ribalta nella galleria Castello: un ferito a Torrette e traffico in tilt (Video e foto)

Scontro tra due auto sull’Ascoli – Mare, una si ribalta: un uomo a Torrette con l’eliambulanza


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