di Marco Braccetti
«Non c’è sicurezza se non c’è progettazione, organizzazione e formazione». Ecco il mantra che ha caratterizzato il seminario promosso dalla Cassa Edile e dall’Ente Scuola Edile – CPT delle province di Ascoli Piceno e Fermo, dal titolo “Sicurezza in edilizia: prevenzione, formazione, responsabilità e novità normative”. L’iniziativa si è svolta venerdì, al PalaRiviera di San Benedetto ed era rivolta in primis agli addetti ai lavori che si sono ritrovati per fare il punto della situazione su un tema in costante aggiornamento.
«Questo seminario risponde a un’esigenza concreta e urgente, visto anche l’accordo Stato-Regioni del 17 aprile scorso, in materia di formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro», ha detto il presidente dell’Ente Scuola Edile, Lanfranco Ceroni.
L’obiettivo principale della nuova disposizione è garantire una maggiore qualità, tracciabilità e omogeneità dei percorsi formativi su tutto il territorio nazionale, anche attraverso l’uso di piattaforme digitali e strumenti di monitoraggio condivisi tra Regioni e Inail. Viene data anche maggiore responsabilità dei datori di lavoro nella verifica dell’effettiva idoneità dei percorsi formativi seguiti dai lavoratori.
«Il confronto tra sindacato, organizzazioni datoriali e lavoratori è fondamentale», ha aggiunto Danilo Turla, presidente della Cassa Edile di Ascoli e Fermo, nel corso del dibattito moderato dall’ingegner Luigi Carlini: responsabile del dipartimento Prevenzione sicurezza cantieri dell’Ast.
Significativo il messaggio video inviato al convegno dal senatore Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione post-sisma. Secondo il parlamentare, il concetto-chiave per la sicurezza sul lavoro è «monitoraggio», ossia un controllo costante e condiviso affinché le norme non siano solo sulla carta, ma applicate nel concreto. Un esempio fatto da Castelli, è l’introduzione del “badge digitale” per i cantieri.
Il nuovo decreto-legge mirato alla salute e sicurezza sul lavoro stabilisce che, per tutte le imprese in appalto o subappalto (pubblico e privato) nel settore edile, deve essere fornito ai lavoratori un documento identificativo (badge) digitale con codice univoco anticontraffazione. Su questo nuovo strumento, Cassa e Scuola Edile torneranno con degli incontri ad hoc.
Ricco di spunti anche l’intervento di Edoardo Antuono, direttore Inail delle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo. Lui ha evidenziato come, solo nei primi 8 mesi del 2025, nelle Marche si siano contati 18 decessi legati al lavoro. Un dato che riguarda anche il percorso in itinere, ossia la strada che la persona fa per andare o tornare da lavoro. Su questo fronte, non si può non dire come l’incontro la PalaRiviera sia iniziato in forte ritardo proprio per il grave incidente stradale avvenuto in A14. Insomma: anche aumentare la sicurezza sulle strade è importante per una maggiore sicurezza dei lavoratori.
Soffermandosi sull’edilizia, il dottor Antuono ha evidenziato i tre casi d’incidente più frequente: caduta del lavoratore dall’alto o in profondità, caduta di pesi addosso ad il lavoratore, lavoratore colpito da un mezzo in manovra. Anche i colpi di calore colpiscono i lavoratori dell’edilizia con un indice del 90% maggiore rispetto alle altre categorie. Il direttore Inail ha poi accennato al rapporto completo per le Marche di tutto il 2024, recentemente pubblicato dall’Istituto e disponibile cliccando qui.
Il dibattito è stato poi arricchito dalle relazioni di esperti importanti: Fabio Tosolin (analista comportamentale docente universitario e consulente) l’avvocato Lorenzo Fantini, il magistrato Bruno Giordano e la giurista Anna Guardavilla specializzata in materia di salute e sicurezza.
In caso di infortunio in cantiere, la responsabilità penale può coinvolgere committente, coordinatori, impresa affidataria ed esecutrice. Il D.Lgs. 81/2008, testo unico sulla sicurezza sul lavoro, assegna a ciascuno precisi obblighi: il committente deve scegliere imprese qualificate e nominare i coordinatori; questi devono garantire la corretta gestione della sicurezza; l’impresa affidataria deve vigilare anche sulle esecutrici, che restano responsabili dirette dei propri lavoratori.
Sempre più rilevante è la questione dei lavoratori stranieri, spesso penalizzati da una scarsa comprensione linguistica delle istruzioni e dei rischi. La formazione deve quindi essere chiara e accessibile, perché la sicurezza non può dipendere da barriere linguistiche o da adempimenti formali, ma da una reale cultura della prevenzione condivisa.
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