Pasolini, l’immortalità e lo sguardo di Giancarlo Basili: il Piceno nella mostra di Bologna

MONTEFIORE - "Pasolini. Anatomia di un omicidio" sarà attiva fino all'8 febbraio alla Galleria Modernissimo. A dare slancio all'evento, il lavoro dello scenografo piceno, da anni tra i più apprezzati dal cinema italiano ed internazionale
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di Luca Capponi 

 

A cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Bologna gli dedica una grande mostra, incentrata in particolare sulla parte finale della sua vita. Sarà attiva fino all’8 febbraio alla Galleria Modernissimo, col titolo di “Pasolini. Anatomia di un omicidio”: cronistoria delle ultime settimane del poeta con documenti, articoli, appunti e fotografie, a cura di Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi e Andrea Speranzoni.

 

Un omaggio potente, visivo, politico. Ma c’è un dettaglio che rende questa esposizione ancora più significativa per il Piceno, e cioè le scenografie di Giancarlo Basili, artista di fama internazionale, originario di Montefiore dell’Aso. Tra le scene realizzate per l’occasione, spicca l’emozionante installazione posta in apertura, che ritrae il corpo di Pasolini a terra.

Pier Paolo Pasolini

 

Basili, che al cinema ha lavorati con autori come Bellocchio, Giordana, Moretti, Avati, Salvatores e Amelio (solo per citarne alcuni), è dunque parte integrante della mostra bolognese. Il suo contributo visivo e progettuale ha dato forma a un percorso che non è solo commemorazione, ma immersione nell’universo pasoliniano. Un lavoro che unisce rigore filologico e sensibilità artistica, e che rappresenta l’ultimo tassello di una carriera ricca di riconoscimenti e collaborazioni eccellenti.

Giancarlo Basili

 

A Montefiore, nel Polo Museale San Francesco, è ospitato il Centro di documentazione scenografica di Giancarlo Basili, dove lo scorso anno è stato inaugurato uno spazio permanente dedicato al suo lavoro sulla serie tv “L’amica geniale“. Un museo che racconta la forza evocativa della scenografia, e che oggi si collega idealmente alla mostra su Pasolini, come se il Piceno e Bologna si parlassero attraverso l’arte.

 

Pasolini, che ha sempre cercato la verità nei margini e nelle periferie, avrebbe forse apprezzato questo legame. Perché anche la scenografia, quando è fatta con intelligenza e passione, è un modo per raccontare il mondo. E Basili, con il suo sguardo, continua a farlo.


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