di Marco Braccetti
L’incidente che ha visto vittima un’anziana lungo via Mare e le polemiche innescate dal Comitato di Porto d’Ascoli Centro hanno, nuovamente, riacceso i riflettori sulla sicurezza stradale. La viabilità a San Benedetto continua a registrare episodi drammatici, tra incidenti stradali e investimenti di pedoni, con conseguenze talvolta gravi o addirittura fatali. Gli investimenti pedonali hanno avuto un ruolo drammatico nella cronaca recente, in particolare lungo via Mare.
Nel corso degli ultimi anni, Cronache Picene ha raccontato diversi incidenti, come l’investimento di un bimbo di soli 5 anni. Stessa strada e dinamica simile con protagonista, suo malgrado, una donna di 60 anni. Purtroppo, a scontare la pericolosità di quell’arteria di Porto d’Ascoli è stato anche un uomo alla guida di un monopattino.
Insomma, via Mare è una delle arterie più critiche della Riviera.
Ma i problemi non solo solo lì. Secondo il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), la Statale 16 Adriatica rimane il tratto più pericoloso. Il suo attraversamento urbano, tra Porto d’Ascoli e il centro cittadino, è definito “una strozzatura pericolosa e congestionata”, con flussi veicolari elevati e incroci continui con la viabilità locale. Anche viale dello Sport, via Mattei e la connessione con la Statale sono indicati come aree cruciali per la sicurezza urbana, ancora prive di una riorganizzazione definitiva della mobilità Più del 37% degli incidenti avviene tra luglio e settembre, periodo in cui la popolazione residente quasi raddoppia per l’afflusso turistico. Anche durante l’anno, le strade sambenedettesi restano un pericolo quotidiano: un incidente su tre si verifica tra le 10 e le 14, e uno su quattro tra le 17 e le 20, coincidenti con gli spostamenti tra scuole, lavoro e attività urbane.
Colpisce un dato in particolare: oltre il 50% degli incidenti avviene su tratti rettilinei, segno che le cause non sono legate solo alla conformazione stradale ma spesso a distrazione, velocità e mancati controlli. Le intersezioni rappresentano un altro 22% dei sinistri, seguite dagli incroci (12%). In aumento gli incidenti che coinvolgono biciclette e monopattini elettrici, un campanello d’allarme in una città che ambisce a diventare sempre più “bike friendly”.
Il Pums evidenzia la fragilità degli utenti deboli: un pedone ferito su tre ha più di 64 anni, mentre i ciclisti rappresentano un quarto delle vittime. L’amministrazione riconosce l’urgenza di nuovi attraversamenti protetti, zone 30 e manutenzione dei percorsi ciclopedonali, ma ammette che “le criticità infrastrutturali persistono da anni”.
Il Comune punta ad allinearsi alle strategie europee sulla sicurezza stradale. Tra i macro-obiettivi del Piano figurano la riduzione dell’incidentalità, la protezione di pedoni e ciclisti e una maggiore manutenzione della rete viaria. Il Pums fissa per il 2030 l’obiettivo di dimezzare il numero di incidenti, un traguardo che richiederà investimenti, controlli e soprattutto un cambio culturale nel modo di muoversi in città.
“San Benedetto deve tornare a essere una città sicura, non solo per chi guida ma per chi cammina e pedala” si legge nel documento. Un appello che ora attende di essere tradotto in fatti, perché – come ricorda il PUMS – dietro ogni numero c’è una vita messa a rischio.
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