Il grande coraggio di Centro Civico Popolare: dalla “Crisi del Silenzio” alla “Crisi al Buio”

SAN BENEDETTO - Ieri la conferenza stampa a cui hanno preso parte il coordinatore del gruppo Luigi Orlandi e l'ex assessore al Bilancio Domenico Pellei, senza la presenza di nessuno dei quattro consiglieri comunali che sono il vero punto di disequilibrio della situazione, a partire dal presidente del Consiglio Comunale Eldo Fanini 
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Domenico Pellei e Luigi Orlandi

 

di Pier Paolo Flammini

 

E quindi crediamoci. Dopo la conferenza stampa a cui hanno preso parte il coordinatore di Centro Civico Popolare Luigi Orlandi e l’ex assessore al Bilancio Domenico Pellei – senza la presenza di nessuno dei quattro consiglieri comunali che sono il vero punto di disequilibrio della situazione, a partire dal presidente del Consiglio Comunale Eldo Fanininon ci resta che credere. Piangere lo lasciamo al celebre film di Troisi e Benigni.

 

Credere. Pellei e Luigi Orlandi hanno sottolineato che hanno abbandonato la maggioranza senza chiedere nulla in cambio. E questo è un atteggiamento coraggioso, raro. Hanno atteso due mesi dall’ingresso di Forza Italia in maggioranza, a metà settembre, per parlarne con il sindaco Spazzafumo, ma sono stati ricevuti soltanto qualche giorno fa, a frittata ormai fatta. E il tema dell’assegnazione della poltrona di vicesindaco a Pellei, prima dell’assegnazione a Laura Camaioni, non si è posto.

 

Hanno aperto una crisi che ancora non si chiude, senza alcun paracadute: respinte le accuse di un asse con il consigliere Andrea Assenti, ancora più distanza con la figura del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti. A sinistra non si notano abboccamenti, a partire dal motivo che l’area è molto occupata da pretendenti, mentre a destra, con Andrea Assenti accomodato nuovamente nella poltrona di consigliere regionale di Fratelli d’Italia, mancherebbe il papa.

 

Anzi, alle allusioni mandate dal consigliere comunale Umberto Pasquali e del sindaco Antonio Spazzafumo, Pellei ha risposto che di fronte a certi virgolettati si rischieranno anche querele. Pasquali per la verità aveva parlato non solo di una attrazione “ascolana” per Pellei, ma anche di una gaspariana per Fanini, e quindi una ipotetica esplosione di Centro Civico Popolare.

 

C’è coraggio in Centro Civico Popolare perché dopo quattro anni in cui, parola dei due conferenzieri, l’Amministrazione, di fronte a una debolezza politica sotto gli occhi di tutti e alle risapute critiche da parte loro verso l’accentramento di Spazzafumo, ha ottenuto di realizzare Ex Ballarin, proseguire il Lungomare, nuova Piazza Montebello, nuova sede Polizia Municipale, Ospedale di Comunità, la presidenza Ciip, indicazione area nuovo ospedale, progetto riapertura via Lombroso, Piceno Dmo, nessun variante urbanistica con aumento volumetrie, realizzazione Piano Particolareggiato San Pio X, concessione trentennale del Ciarrocchi alla Samb e, va detto, collaborazione per l’affidamento della Samb alla famiglia Massi laddove i predecessori hanno rincorso cantanti, coreani o fumosi romani – mentre in quattro anni si è ottenuto questo, poco o tanto o malfatto che sia, a un anno e mezzo dalla fine del mandato abbiano deciso di abbandonare. 

 

Qui Pasquali ha ragione: se si fosse votato il bilancio e atteso il 2026, significava arrivare al voto con Spazzafumo alla primavera 2027 oppure, in caso di abbandono nei primi mesi del 2026, trascorrere un anno col Commissario. Il momento giusto era questo: con la politica regionale ben seduta, quella comunale da prendere o lasciare.

 

C’è coraggio nel Centro Civico Popolare perché rinunciare a due stipendi da assessore non è cosa diffusa, e farlo senza alcuna garanzia di rielezione per il futuro (come tutti) è quasi eroico. Senza sponda gaspariana-piddina (Fanini) o fratellitaliota (Fioravanti-Assenti per Pellei) la scelta è un vero e proprio salto nel buio. O Centro Civico Popolare avrà il prossimo sindaco oppure resta difficile pensare a un’operazione in cui si metterà in tasca tutti i partiti, di sinistra o di destra che siano, ottenendo più di due assessorati, un presidente del consiglio e quattro consiglieri.

 

Il bene superiore della città non va confuso con un binario morto. 

 

E quando c’è coraggio, c’è da fare i complimenti.

 

Intanto il 19 si terrà il Consiglio Comunale: le voci che circolano tra i consiglieri hanno fissato in martedì 18 il giorno in cui saranno raccolte le firme, davanti al notaio, per far decadere il Consiglio Comunale. Insomma, come scritto ieri, ognuno attende l’altro perché tutti attendono che la figura di carnefice dell’Amministrazione Spazzafumo se la intesti Centro Civico Popolare, e si aspetterà fino all’ultimo per evitare che il Consiglio del 19 diventi uno show all’ultimo sangue. Con il grande dubbio che qualcuno del Gruppo Misto non si presenti perché preferisca che tutto si svolga alla luce del sole.

 

Tra l’altro il 15 marzo si potrebbero svolgere le elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale: il rischio è che non ci saranno – in caso di caduta definitiva di Spazzafumo – né voti da parte dei consiglieri comunali sambenedettesi né eletti sambenedettesi in Consiglio Comunale. Una piccola speranza che questo non avvenga è legata alla decisione nazionale di accorpare elezioni del consiglio provinciale con quelle del presidente provinciale, al che tutto slitterebbe a settembre 2026.

 

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