«Rita Evelin, a diciannove anni dal naufragio: la verità non può restare sommersa»

SAN BENEDETTO - I familiari dei tre marinai scomparsi nel misterioso naufragio del motopeschereccio sambenedettese, avvenuto il 26 ottobre 2006, chiedono alla città di non dimenticare e di mantenere alta l'attenzione
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Riceviamo e pubblichiamo da Giovanna Scolastici, cugina di Francesco Annibali, uno dei tre marinai morti nel naufragio del motopeschereccio sambenedettese Rita Evelin. 

 

Sono passati due anni dalla presentazione del libro Quel silenzio in fondo al mare, di Antonella Roncarolo. Quella data non fu scelta a caso: coincideva con il giorno dei funerali dei tre marinai del Rita Evelin Francesco, Luigi e Ounis — scomparsi nel naufragio del 26 ottobre 2006, una tragedia che porta ancora con sé troppe zone d’ombra.

 

Oggi, come allora, noi familiari vogliamo richiamare l’attenzione della città e della marineria.
Chiediamo un gesto semplice ma fondamentale: non dimenticare.

Per diciannove anni – tanti ne sono passati dalla tragedia – abbiamo affrontato dolore, ostacoli e silenzi. Ma non abbiamo mai smesso di cercare la verità. Non possiamo farlo. La verità sull’affondamento del Rita Evelin non può restare in fondo al mare.

 

Rinnoviamo quindi il nostro appello: aiutateci a tenere viva la memoria di Francesco, Luigi e Ounis; aiutateci a continuare a chiedere chiarezza. Perché la verità non è un privilegio: è un diritto. È giustizia. È l’unico modo per restituire pace a chi non c’è più e a chi resta.


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