Dalla falda alla pioggia: sottopasso di via Mare ancora allagato e sempre rischioso

SAN BENEDETTO - Ristagni e odori nauseabondi nella strategica arteria Sud, il presidente di quartiere Elio Core lancia un appello diretto alla commissaria Stentella. Gli ultimi episodi, tra ristagni, infiltrazioni e disagi per ciclisti e scooteristi, alimentano la preoccupazione di residenti e lavoratori
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di Marco Braccetti

 

Periodaccio per i sottopassi sambenedettesi e per quanti li percorrono ogni giorno. Dopo la chiusura del Pontino Lungo – di cui Cronache Picene ha già dato conto – lungo la Riviera emerge un nuovo disservizio. Spostandosi più a sud, infatti, nel sottopasso di via Mare bastano poche gocce di pioggia per vedere formarsi significativi ristagni d’acqua.

 

Anche nella giornata di venerdì 5 dicembre (nonostante un maltempo non particolarmente intenso) l’area si è nuovamente riempita di pozze che hanno creato disagi soprattutto a ciclisti e scooteristi. È soltanto l’ultimo episodio di una lunga catena: prima la risalita della falda, ora un’altra anomalia dalle cause non ancora definite. Si ipotizza un malfunzionamento del sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane. Intanto, tra residenti e lavoratori della zona cresce la preoccupazione: se un acquazzone leggero crea già questi problemi, cosa accadrebbe con una perturbazione più violenta?

 

Ristagni d’acqua nel sottopasso di via Mare

Nella mattinata del 5 dicembre, il presidente del comitato di quartiere Porto d’Ascoli Centro, Elio Core, ha raggiunto il sottopasso per verificare la situazione. «È bastata una pioggia modesta – spiega – per creare disagi, con oltre venti centimetri d’acqua e odori nauseabondi, la cui origine è ancora sconosciuta. Una criticità persistente che continua a generare problemi alla popolazione». Core ricorda anche che quel tratto è stato teatro di incidenti, alcuni purtroppo mortali. Da qui l’appello alla commissaria prefettizia: «Chiediamo alla dottoressa Stentella di convocare i tavoli necessari per affrontare la questione, evitando il rischio di nuove tragedie già annunciate».

 

I problemi strutturali del sottopasso sono noti da più di un decennio e, negli ultimi anni, hanno alimentato una sequenza di proteste. Il 10 giugno 2024, come già raccontato dal nostro giornale, il malcontento arrivò persino sul pulpito della Chiesa Cristo Re: durante la messa, don Pio Costanzo denunciò il degrado del sottopasso, accusando l’amministrazione di inerzia e definendo “inaccettabili” le condizioni di sicurezza.

 

Nel frattempo le criticità sono continuate: il 25 maggio 2024 i residenti segnalano nuove infiltrazioni; il 20 luglio si registra un peggioramento con acqua che filtra dalle pareti; il 19 agosto, durante un forte temporale, il passaggio si allaga per circa 70 centimetri, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco per il recupero di un’auto rimasta bloccata.

 

Il 2025 si apre con un susseguirsi di emergenze: il 29 giugno compare un nuovo zampillo dal pavimento; il 9 luglio il Comune chiede un intervento urgente a Rfi; il 12 luglio i cittadini parlano apertamente di “situazione fuori controllo”. Il sopralluogo del 14 luglio certifica un innalzamento della falda di tre metri. Due giorni dopo, il 16 luglio, RFI sigilla la perdita, ma già il 5 agosto si registrano nuovamente infiltrazioni.

 

Tre amministrazioni comunali – Gaspari, Piunti e Spazzafumo – si sono confrontate con il nodo irrisolto del sottopasso di via Mare, che attende ancora un ammodernamento radicale e una messa in sicurezza definitiva. Dopo anni di annunci e interventi tampone, è facile prevedere che la questione tornerà centrale anche nella prossima campagna elettorale.


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