
Le preoccupanti notizie circolate in questi giorni sul futuro del corso di laurea in Infermieristica arrivano formalmente sui banchi del Consiglio comunale. Le forze consiliari di opposizione (Ascoli Bene Comune, Ascolto e Partecipazione, Partito Democratico) hanno infatti depositato un’interrogazione, a prima firma della consigliera Manuela Marcucci, per chiedere chiarezza immediata al sindaco Marco Fioravanti e all’Amministrazione sulla paventata sospensione delle iscrizioni al primo anno per l’anno accademico 2026/2027.
L’atto ispettivo nasce dalle notizie di stampa dell’8 dicembre, che riportano una proposta avanzata dal preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche. Una misura drastica che ha spinto i consiglieri di minoranza a lanciare un allarme chiaro: «Un corso che chiude alle iscrizioni del primo anno è destinato a estinguersi». I firmatari ribadiscono inoltre come «l’offerta formativa del corso con sede nella nostra città è sempre stata riconosciuta all’altezza degli standard», rendendo ancora più incomprensibile un eventuale taglio.

Manuela Marcucci
Le preoccupazioni dei gruppi di opposizione riguardano soprattutto l’impatto sociale della decisione. Nel documento si sottolinea che «alcune famiglie non hanno la possibilità economica per far studiare i propri figli in altri corsi di laurea di Infermieristica che rimarranno aperti nelle altre province delle Marche». Oltre al diritto allo studio, viene richiamato anche il rischio per il tessuto della comunità locale: «Molti studenti trovano opportunità lavorative nelle città dove hanno studiato», con inevitabili «ripercussioni sul territorio che già vede tanti giovani lasciare la nostra città».
Con l’interrogazione presentata si chiede dunque al sindaco «se corrisponde al vero quanto riportato dalla stampa» e, in caso affermativo, «se si stanno prendendo in considerazione azioni per scongiurare che questa proposta diventi fattiva».
In tal senso, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ascoli Piceno esprime il proprio forte dissenso nei confronti dell’ipotesi di chiusura del corso di laurea in Infermieristica nella nostra provincia.
L’Opi mette in chiaro come una decisione di questo tipo arriverebbe «in un momento storico in cui il sistema sanitario si trova già sotto pressione e in cui, nei prossimi anni, è previsto un significativo aumento dei pensionamenti, quasi il doppio rispetto agli anni precedenti.
Ridurre le opportunità formative sul territorio – continua la nota – significa mettere ulteriormente a rischio la disponibilità di professionisti qualificati, indispensabili per garantire la continuità e la qualità dell’assistenza ai cittadini nel nostro Servizio Sanitario Nazionale e nelle strutture private della nostra zona».
«Come Ordine – precisa il presidente Mirko Porfiri – riteniamo fondamentale investire nella formazione e mantenere un presidio universitario vicino alla comunità, capace di attrarre e formare le future generazioni di infermieri. In questi anni grazie al già magnifico rettore professor Gian Luca Gregori l’offerta formativa della nostra provincia è triplicata, ora sembra che si voglia fare un passo indietro. Non crediamo che sia la scelta giusta. Chiediamo quindi alle istituzioni competenti di riconsiderare questa scelta e di aprire un confronto costruttivo con tutti gli attori coinvolti, nell’interesse della salute pubblica e del futuro della professione».
A tal proposito non si è fatta attendere la risposta del consigliere regionale Andrea Cardilli, che afferma come la Regione Marche si sia mossa da subito, attraverso l’assessore Paolo Calcinaro e il presidente Francesco Acquaroli, per tutelare il corso di laurea in Infermieristica, che rappresenta un presidio fondamentale per la sanità picena.

«La formazione dei futuri infermieri – prosegue Cardilli – non è solo università: è una leva strategica per garantire qualità, continuità e sicurezza dei servizi sanitari sul territorio. Le criticità logistiche emerse sono già al centro del confronto e verranno affrontate con tempestività, perché il Piceno non può permettersi arretramenti in un settore così essenziale».
Da componente della commissione sanità regionale il consigliere assicura massimo impegno e un presidio costante della tematica anche in seno alla commissione stessa, affinché il percorso formativo Piceno venga pienamente tutelato e possa consolidarsi ulteriormente.
«La priorità – conclude – è garantire certezze, sostenere la qualità dell’offerta formativa e rafforzare un pilastro indispensabile per il futuro della nostra comunità. Concordo in pieno con quanto mi ha riferito l’assessore Calcinaro: si sta lavorando per migliorare e ottimizzare l’offerta formativa, in linea anche con il comunicato dell’Opi di Ascoli e con le indicazioni del presidente Mirko Porfiri».
Anche l’Ast di Ascoli Piceno ha deciso di intervenire: «Ho appreso dalla stampa locale – ha dichiarato il dg Antonello Maraldo – della presunta intenzione dell’ Università Politecnica delle Marche di sospendere il corso di laurea in infermieristica per assenza di spazi idonei. Premettendo che da quando mi sono insediato, ovvero da qualche mese, nessuno ha mai sollevato questa questione, non risulta agli atti dell’Ast, né tantomeno ne sono a conoscenza io, che esista una richiesta formale in tal senso».
«Se anche esistesse una richiesta formale di spazi idonei per la didattica, ma ribadisco non esserci – continua il Maraldo -, manifesto fin da ora la disponibilità dell’Ast a valutare con l’università e con gli uffici della nostra azienda l’eventuale ricerca di locali aggiuntivi. Circostanza confermata dalla recente visita, a settembre scorso, dei tecnici dell’università che hanno espresso soddisfazione per lo stato delle cose al Mazzoni. Confermo, inoltre, che i rapporti con l’Univpm sono eccellenti, sia a livello istituzionale, che personale con il preside della facoltà di medicina, il professor Silvestrini, e che è interesse di tutte le parti mantenere e sviluppare le relazioni istituzionali. Su questa base, già dalle prossime ore, mi attiverò per un contatto diretto con i vertici accademici affinché possa disporre degli elementi conoscitivi che hanno determinato la pubblicazione di una notizia che ha generato preoccupazione. L’Ast di Ascoli – conclude – è pronta ad accogliere nuove iniziative e prospettive di sviluppo in sinergia con Regione e per la crescita del territorio».
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