di Luca Capponi
Roberto Renga se n’è andato pochi giorni fa, in silenzio, lasciando un grande vuoto in tutta la comunità ascolana che lo conosceva, lo rispettava e gli voleva bene, dopo che la vita non gli aveva fatto sconti. Da circa un anno stava svolgendo un tirocinio di inclusione sociale presso la pensione per cani “Scodinzolandia” di Venagrande gestita da Irene e Costanza Matricardi, un luogo dove si sentiva accolto e dove aveva trovato nuove abitudini, nuove relazioni e soprattutto persone che si erano sinceramente affezionate a lui.
È stata Irene a ritrovarlo nella sua abitazione, nel giorno più difficile. E sempre lei, senza esitazione, a prendersi cura dei suoi quattro cani — gli animali che lui adorava e con cui viveva in simbiosi.
Roberto li proteggeva e li accudiva. Aveva un solo grande timore: che un giorno, se gli fosse accaduto qualcosa, sarebbero potuti finire in un canile.
«Non devono andare al canile, mai», ripeteva spesso. Era un pensiero che lo angosciava, un incubo da cui non si separava.
Oggi, quel timore è diventato un appello.
I suoi quattro cuccioli sono molto conosciuti in città. «Sono cani buoni, affettuosi, abituati alla vita in appartamento e al contatto costante con le persone», racconta Irene.
Molly e Mia — femmine di taglia media — sono mamma e figlia, le più anziane intorno agli otto anni. Hanno vissuto sempre accanto a Roberto, condividendo con lui ogni giornata, ogni gesto, ogni momento di cura. E non possono essere separate.
Poi ci sono Ciro, maschio, taglia media, dolcissimo e equilibrato, e Camilla, la più giovane, circa quattro anni, taglia piccola, vivace e affettuosa. A tal proposito, l’Enpa Ascoli invita chiunque volesse contribuire a donare pet food presso la Ciam di via Piemonte, ad Ascoli, specificando che la donazione è per gli amici di Roberto.
«Sono animali abituati alla casa, non ai grandi spazi né alla vita di campagna: cani che cercano il contatto umano, che vivono di relazione. Cani che oggi soffrono l’assenza del loro riferimento, che sentono la mancanza di Roberto in un modo che non si può spiegare con le parole», continua Irene.
Irene, che di cani ne ha già sette, sta facendo tutto il possibile, ma da sola non ce la fa. Per questo lancia un appello alla città, agli amanti degli animali, a chi ha un posto in casa e un po’ di spazio nel cuore:
«Chi può, si faccia avanti. Lo faccia anche per Roberto. Questi cani meritano una casa, affetto, cura. Non devono andare in un canile. Trovare una sistemazione stabile è l’unico modo per rispettare l’ultimo desiderio non detto, ma sempre espresso nella sua vita quotidiana: continuare a garantire ai suoi cani una vita dignitosa, serena, protetta».
Adottare significa fare un gesto grande. Significa dare continuità all’amore di un uomo che ha sempre vissuto in punta di cuore, che nel silenzio e nella semplicità ha lasciato il segno in tanti. Significa, soprattutto, non lasciarli soli nel momento in cui hanno più bisogno.
Chi desidera ricevere informazioni, conoscere i cani o offrire disponibilità può rivolgersi direttamente a Irene, presso la pensione Scodinzolandia di Venagrande.
Perché dare una casa a questi cani non sarebbe solo un atto di solidarietà: sarebbe un modo per dire a Roberto, ovunque sia, che i suoi amici sono al sicuro. Che la città, in attesa dei funerali in programma giovedì 11 dicembre alle 11 nella cappella del cimitero, non lo ha dimenticato.
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