Si è svolta il Campus Luiss di Viale Romania, a Roma, la masterclass “Rigenerazione territoriale e strategie post-sisma. Ricostruire economie, comunità e istituzioni nei territori dell’Appennino centrale”, promossa dalla Luiss School of Government in collaborazione con il Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016.
L’iniziativa ha riunito molti sindaci del cratere, docenti ed esperti per un confronto approfondito sui modelli di governance, sugli impatti economici e sociali del sisma e sulle prospettive di sviluppo e rigenerazione dei territori colpiti. Dopo i saluti istituzionali del Prorettore per la Ricerca e la Terza Missione della Luiss Stefano Manzocchi e del Dean della Luiss School of Government Gaetano Quagliariello, i lavori sono stati introdotti dal Commissario Straordinario al sisma 2016 Guido Castelli.
Nel corso della giornata sono state presentate ricerche e analisi su vari temi attinenti ai territori interessati (economia, demografia, turismo sostenibile e governance della ricostruzione), con l’obiettivo di delineare strategie integrate per il rilancio dell’Appennino centrale.
«La ricerca che presentiamo oggi non è solo un approfondimento scientifico, ma rappresenta una lettura integrata di un territorio complesso e di una sfida: trasformare la ricostruzione fisica in rigenerazione socio-economica – ha dichiarato Gaetano Quagliarello, Dean della Luiss School of Government – L’Appennino centrale vive, infatti, una condizione che la ricerca documenta con chiarezza: una trappola demografica preesistente al sisma, amplificata dagli eventi del 2016, e una dinamicità economica che, sostenuta dalle risorse pubbliche, ambisce a tradursi in prospettive stabili di crescita e sviluppo del territorio. Questa ricerca evidenzia con forza l’elemento che ritengo più rilevante dal punto di vista delle politiche pubbliche: la necessità di una governance stabile, capace di superare la frammentazione amministrativa e di parlare un linguaggio coerente con i nuovi paradigmi europei».
«Ringrazio la Luiss School of Government per aver voluto dedicare un momento di riflessione così qualificato e concreto al tema della rigenerazione dei territori colpiti dal sisma – ha dichiarato il Commissario Straordinario al sisma Guido Castelli –. La ricostruzione non può limitarsi alla riparazione fisica degli edifici, ma deve essere accompagnata da una profonda azione di riparazione economica e sociale. In questi anni, attraverso il modello che ha dato vita al Laboratorio Appennino centrale, abbiamo lavorato per rafforzare le comunità, sostenere il lavoro e l’impresa, investire su servizi, formazione, università e innovazione, contrastando lo spopolamento e restituendo prospettive soprattutto ai giovani. La strategia che stiamo portando avanti nel cratere sisma punta a integrare sicurezza, sviluppo sostenibile e coesione sociale, valorizzando le risorse culturali e ambientali dell’Appennino centrale. Il dialogo con il mondo accademico è fondamentale per trasformare l’esperienza della ricostruzione in un laboratorio di politiche pubbliche capaci di guardare al futuro del Paese».
La ricerca del Luiss Policy Observatory ha offerto un supporto tecnico e scientifico prezioso per riflettere sulla potenziale trasformazione di un’emergenza in un’occasione di rilancio duraturo dei territori. «L’Appennino centrale non è e non deve essere una periferia, ma un territorio strategico. La ricerca contribuisce a dimostrare che la sua rigenerazione non è una politica compensativa, bensì un investimento di lungo periodo per il Paese e un laboratorio di politiche pubbliche» ha dichiarato Domenico Lombardi, direttore del Luiss Policy Observatory.
Un approccio che richiama tutti alla responsabilità, attraverso un messaggio che parla non solo alle comunità colpite dal sisma, ma all’intera Nazione: il sisma dell’Appennino centrale rappresenta un caso unico, diverso da altre esperienze post-catastrofe che hanno colpito l’Italia, e la percezione della ricostruzione cambia tra chi la vive quotidianamente e chi la osserva dall’esterno. Soprattutto, la ricerca certifica l’esistenza di un vero e proprio “modello Appennino centrale”, capace di offrire risposte efficaci alle crisi demografica e climatica e alla nuova questione territoriale nazionale, senza rimuovere ma reinterpretando la storica questione meridionale.
In questo quadro, la Zes estesa ai comuni del cratere sisma rappresenta un’opportunità strategica per le imprese, rafforzata dalle misure della Legge di Bilancio 2026 e dalla proroga dei benefici fino al 2028. Il modello di governance multilivello sperimentato nell’Appennino centrale si dimostra utile anche in prospettiva europea, in vista del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034, perché consente di coordinare risorse, obiettivi e competenze. Presenti anche i docenti che hanno seguito il progetto, Alfonso Giordano, Davide Quaglione, Cesare Pozzi, Dario D’Ingiullo, Susanna Mensitieri e Luigina Paglieri e Carlo Buttaroni presidente di Tecnè.
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