di Filippo Ferretti
Affollato è apparso il centro storico di Ascoli in occasione del tradizionale appuntamento con la Fiera di Natale. Tuttavia, nonostante il grande movimento registrato intorno all’evento, che dalle ore 8 alle ore 20 di domenica ha caratterizzato l’area in cui erano disposte le oltre 200 bancarelle da parte degli ambulanti provenienti da tutta Italia, a detta degli stessi operatori non è stata certamente la più proficua per ciò che riguarda gli incassi.
Infatti, oltre ad una sempre più marcata attività online da parte nell’effettuare gli acquisti, ad avere penalizzato l’edizione 2025 sarebbe stata una collocazione di postazioni che, rispetto al passato, non avrebbe preso in considerazione zone storiche della manifestazione, a causa degli innumerevoli lavori in corso che operano attualmente in città. Stavolta, location canoniche come piazza Giacomini, via Dino Angelini, Largo Crivelli, Lungo Tronto Bartolomei, piazza Simonetti, via Dante Alighieri e piazza Viola non sono state coinvolte.
Inoltre, luoghi quest’anno utilizzati nella planimetria, quali viale de Gasperi e via Sacconi, sono stati praticamente abbandonati da vari partecipanti, visti i numerosi stalli vuoti. Questo non significa che il pubblico presente non abbia avvicinato le bancarelle ma, come è anche tendenza da qualche anno a questa parte, si è trattato di una corsa all’acquisto nei confronti di regali piccoli, con la spesa di somme sempre più ridotte.
Nonostante offerte commerciali di ogni tipo abbiano fatto bella mostra di sé tra le bancarelle presenti all’appuntamento, spalmate in dodici differenti location del centro storico: abbigliamento, accessori, casalinghi, calzature, oggetti per la casa, passando per la gastronomia, l’artigianato, i prodotti locali e gli elettrodomestici.
«Purtroppo le persone sono sempre più rivolte a comprare ordinando da casa», ha spiegato l’habituè Stefano De Costanzo di Gabicce, quest’anno attivo con il suo carico di cinte e portafogli nella centrale via Trieste, ma non consideratosi soddisfatto degli affari ottenuti, ritenuti in ribasso.
«Facciamo oltre tre ore per essere qui, appuntamento a cui siamo sempre presenti ma stavolta non è valsa la pena», ha dichiarato Cristian Cianfrocca, proveniente da Frosinone con merce di ricambi per cucina e casalinghi, posizionato in via D’Ancaria.
«Oggi ci hanno destinati qui dopo anni fortunati presso la zona del Tribunale, non coinvolta quest’anno», ha affermato il fermano Giovanni Varese, che con la sua attività di abbigliamento quest’anno è stato posizionato in una location poco frequentata dal pubblico e dagli stessi ambulanti: viale De Gasperi.
«Sono trent’anni che siamo fedeli alla fiera di Ascoli e ci siamo accorti di come siano cambiate le spese degli acquirenti», aggiunge la commerciante di Urbisaglia Adriana Coletta, presente in corso Vittorio Emanuele con le innumerevoli pelletterie, comunque sempre disposta a prendere parte all’evento ascolano.
«Alle entrate sempre minori bisogna aggiungerci l’aumento dell’affitto degli stalli messo in atto quest’anno dopo vari anni di prezzo stabile», ha rivelato l’ascolano Nino Collecchia, con le sue calzature posto stavolta in piazza del Popolo, il luogo che costa maggiormente nel lavorare alla “Fiera di Natale” del capoluogo piceno.
In questo scenario di delusioni, in assoluta controtendenza è il risultato di molte attività, a partire dal Caffè Meletti, che hanno vissuto positivamente le ore della manifestazione.
«Ho lavorato molto bene, forse anche per il fatto che quest’anno la zona in cui lavoro, intorno al Ponte di Campo Parignano fosse priva di bancarelle», ha spiegato l’edicolante Corrado Pignoloni, riferendosi all’assenza di Lungo Tronto Bartolomei e alle pochissime attività presenti in via Sacconi.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati