Tornano le scritte contro la studentessa, colpita la scuola di via Faleria

ASCOLI - Nuovo atto di odio al "Trebbiani". Proprio nel giorno dell’assemblea d’istituto, i muri imbrattati con frasi offensive rivolte alla stessa ragazza già presa di mira nei mesi scorsi
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La scuola tappezzata di scritte

 

di Luca Capponi 

 

Nella mattinata di oggi, lunedì 22 dicembre, il liceo delle scienze umane “Trebbiani” di via Faleria è stato ricoperto da scritte offensive e denigratorie, indirizzate alla ragazza già bersaglio, nei mesi scorsi, di una lunga e inquietante sequenza di atti vandalici simili (leggi qui). Un ritorno che ha il sapore amaro dell’accanimento e che dimostra come nulla sia servito.

Il fatto assume contorni ancora più gravi perché avvenuto proprio nel giorno dell’assemblea d’istituto e dello scambi di auguri tra i ragazzi, momento di partecipazione, confronto e amicizia. Un contesto che rende l’episodio ancora più violento sul piano morale.

 

Non si tratta di un caso isolato. Non lo era allora e non lo è oggi. In passato le stesse scritte apparse su più edifici scolastici cittadini hanno suscitato indignazione e una forte reazione collettiva da parte di studenti, istituzioni, associazioni e cittadini, i quali hanno più volte manifestato pubblicamente solidarietà alla giovane, condannando con decisione un gesto definito vile, sessista e inaccettabile.

 

Eppure, nonostante le parole, le prese di posizione e le manifestazioni di vicinanza, qualcuno ha deciso di tornare a colpire. Con le stesse modalità, con lo stesso bersaglio, con la stessa arroganza. Un comportamento che va oltre il vandalismo e che assume i tratti di una vera e propria persecuzione, reiterata nel tempo e aggravata dal silenzio.

 

Quanto accaduto impone nuovamente una presa di posizione netta. Non basta più cancellare le scritte né limitarsi all’indignazione di rito. Serve, occorre ricordarlo, fare piena luce sui responsabili e ribadire con forza che la scuola, e la città tutta, non possono tollerare simili atti di violenza verbale e umiliazione.

 

Una cosa è certa: l’idiozia non va in vacanza neanche a Natale.

 

Ancora scritte contro la studentessa: l’idiozia non conosce tregua


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