Dati Ebam, calano le aziende: moda in crisi.
Aumentano le richieste di contributi

ECONOMIA - Le imprese nel 2023 erano 12.082, mentre nel 2024 si fermano a 11.799. Male anche il primo semestre 2025, rispetto allo scorso anno, con 316 attività in meno. Il presidente Riccardo Battisti: «Il riconoscimento della Zes è sicuramente un buon risultato, ma riguarda meno del 50% delle aziende che occupano il 45% dei lavoratori»
...
Segretari-PartiSociali

I vertici Ebam con le rappresentanze sindacali

Sono il 2,8% in meno le imprese marchigiano rispetto al 2023. Al 31 dicembre erano 12.082, mentre nel 2024 sono 11.799. Si parla quindi di 283 aziende in meno. Riguardo i settori, la meccanica rappresenta il 35%, la moda all’11,5%, l’alimentare il 12,5%, i servizi alla persona il 18,8%, il legno e mobile il 6,5%, le attività varie il 7,8%.

 

I lavoratori nel 2023 erano 67.058 e 64.841 nel 2024, con un calo di 2.217 unità pari al -3,3%. Di questi, il 35% sono occupati nella meccanica, il 15% nella moda, il 14% nell’alimentare, l’8% nel legno e mobile, il 9,4% nei servizi alla persona, l’8,7% nelle attività varie. La media per addetti si attesta al 5,3 con punte leggermente più alte nelle province di Pesaro Urbino ed Ancona. Nei settori la media è di 7,9 nella moda, 5,51 nella meccanica, 6.8 nel legno, 3 nei servizi alla persona.

 

Il raffronto invece tra il primo semestre del 2024 e quello del 2025 registra un calo di 316 aziende, erano 11.440 nel 2024 e 11.124 nel 2025 pari al – 2,7%. Nella provincia di Ancona calano 67 aziende pari al -2,2%, ad Ascoli calano 23 aziende pari al -1,7%, a Fermo calano 44 aziende pari al -2,6%, a Macerata calano 44 aziende pari al -1,7% ed a Pesaro Urbino calano 115 aziende pari al -4%.

 

Questa è la sintesi dei dati presentati nel corso dell’assemblea di Ebam (Ente Bilaterale Artigianato Marche) relative alle imprese artigiane con dipendenti escluse quelle del settore edile.

tavolo

 

Riguardo ai settori: la meccanica perde 187 aziende pari al -4,6%, la moda perde 143 aziende pari al -10,7%, l’alimentare perde 63 aziende pari al -4,3%, i servizi alla persona perdono 61 aziende pari al -3%, il legno perde 58 imprese pari al -7,6%. L’unico aumento si registra fra le attività varie che guadagna 63 imprese pari al +2%.

 

Riguardo ai lavoratori, il raffronto del primo semestre 2024 su quello del 2025 registra un calo più ridotto rispetto alle imprese. Sono 912 le unità perse, erano 59.602 nel 2024 e 58.690 nel 2025 pari al – 1,5%. Infatti, nella provincia di Ancona sale di 43 unità pari al +0,2% ed a Ascoli Piceno di 47 unità pari ad un +0,8%. Calano invece a Fermo per 224 unità pari al -2,7%, a Macerata con un calo di 383 unità pari al -2,9% ed a Pesaro Urbino calano di 395 unità e pari al -2,45%.

 

Riguardo ai settori: la moda perde 991 unità pari al -10,53%, la meccanica perde 509 unità pari al -2,4%, l’alimentare, il trasporto merci, la gomma e plastica e le comunicazioni restano sostanzialmente stabili, i servizi alla persona perdono 70 unità pari al -1,2%. Registrano un saldo positivo di 1.033 unità e pari al +20% le attività varie.

 

Aumentano le richieste di contributi all’Ebam che al 10 dicembre di quest’anno sono state 3.500 che hanno riguardato 1.400 lavoratori, 1.000 imprese come dati univoci e che andranno ad aumentare per la scadenza prevista per la presentazione delle domande al 31 gennaio 2026.

sala-Ebam

 

Le richieste più alte per dipendenti, titolari soci e collaboratori si registrano per il contributo alle spese sanitarie che triplica il numero rispetto al 2024 poi per le spese scolastiche, per le attività sportive dei figli e per le malattie gravemente invalidanti. Le prestazioni previste solo per i dipendenti vedono maggiormente il bonus bollette e la carenza per la malattia breve.

 

Per le imprese triplica il numero delle richieste per il contributo per l’innovazione tecnologica dopo lo stallo del 2024 e si registra un consistente aumento per l’occupazione aggiuntiva.

 

Sono stati presentati i dati riguardo il Fondo di Solidarietà Bilaterale Alternativo per l’Artigianato (Fsba) deputato all’erogazione dell’Assegno di integrazione salariale (Ais), ossia la “cassa integrazione per l’artigianato”.

 

Nelle Marche nell’anno 2024 sono stati erogati assegni per 15.376.233 euro e sono state 1.422.563 le ore di sospensione dal lavoro. Al 31 ottobre di quest’anno l’ente rileva un calo rispetto allo stesso mese del 2024 del 40%. Sono stati erogati 9.144.586 euro di assegni di cui 5.658.217 destinati al settore Moda e pari al 62% delle risorse erogate e 1.703.774 euro alla Meccanica pari al 18%.

 

Riguardo all’Acigs, ossia la cassa integrazione straordinaria per l’artigianato, al 31 ottobre di questn’anno sono stati erogati assegni per 283.483 euro di cui 210.284 euro al settore Moda e 73.199 alla Meccanica. Le ore di sospensione pari a 25.351 di cui 18.663 nel settore Moda e 904 nella Meccanica.

Assemblea-Ebam

 

All’evento hanno partecipato i vertici regionali delle parti sociali (datoriali e sindacali). Riccardo Battisti, presidente Ebam, dice: «Continua la lenta diminuzione delle imprese artigiane iscritte ad Ebam, ma il dato degli occupati con un calo percentualmente inferiore rispetto a quello delle imprese, dimostra una dinamica di consolidamento per quelle più strutturate mentre a cessare l’attività sono le imprese artigiane più piccole e marginali. Il riconoscimento della Zes è sicuramente un buon risultato, ma riguarda meno del 50% delle imprese che occupano il 45% dei lavoratori, mi auguro sia estesa a tutta la regione per evitare dumping territoriale. Ebam per il 2026 concentrerà la propria azione concedendo contributi alle imprese che innovano ed investono sulla formazione e sicurezza degli addetti».

 

A parlare anche Leonardo Bartolucci, vicepresidente Ebam: «Rispetto allo scorso anno, il dato del minor numero di dipendenti artigiani e quello del leggero miglioramento nell’utilizzo dell’integrazione salariale nei casi di sospensione dal lavoro, che resta comunque significativo, dimostra le difficoltà contingenti dell’artigianato marchigiano e l’importanza della bilateralità come uno degli strumenti di risposta utili alle esigenze dei lavoratori».

 

Cinzia Marincioni, direttrice, conclude: «I dati del notevole aumento delle richieste di contributo sottolineano la maggiore affermazione del ruolo di Ebam come soggetto erogatore del «welfare contrattuale. È cresciuta infatti l’utilità ed il riconoscimento del nostro Ente capace di intercettare i crescenti bisogni dando una risposta duplice: ai lavoratori per il sostegno al reddito della loro famiglia ed alle imprese con concreti incentivi per innovare tecnologicamente la loro attività produttiva e sostenere l’occupazione».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X