In Consiglio Comunale protagoniste alcune foto sui recenti ritrovamenti archeologici durante i lavori a Monterocco e pubblicate da Cronache Picene.
A mostrare gli scatti è stato Gregorio Cappelli, di Ascoli Bene Comune, precisando di «non aver ho avuto informazioni in commissione» e che «il rinvenimento di beni archeologici, anche se potenziali, impone cautela».
A illustrare la situazione nel dettaglio è poi l’ingegner Piccioni: «La questione di interesse archeologico vale in generale per qualsiasi variante urbanista – le sue parole – Con la nuova procedura della nuova legge regionale, questo passaggio di Consiglio comunale è il primo e propedeutico alla convocazione della CeVi, conferenza interistituzionale, dove verrà valutata la proposta tecnica, da un punto di vista urbanistico, e consumante anche la verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale-strategica, cosiddetta Vas, con i soggetti competenti. Ricordo anche che tra gli enti che hanno diritto di voto, nella CeVi, ci sono la Regione Marche, la provincia, il Comune e la soprintendenza. Quindi tutti gli elementi utili per una valutazione completa e compiuta della variante, compresi anche gli aspetti paesaggisti e archeologici, saranno valutati nella prima conferenza che chiuderà i suoi lavori entro i 60 giorni dalla convocazione, esprimendo un parere. Questo significa che la soprintendenza potrebbe imporre dei saggi archeologici preventivi per valutare poi eventuali prescrizioni vincolanti sul progetto. Questo è un passaggio preliminare, che non preclude nessuna possibilità. E questo, ripeto, vale per tutte le varianti urbanistiche. In questo caso specifico, la scadenza per poter approvare la proposta tecnica della variante è il 31 dicembre 2025».
«Oggi non approviamo un progetto, approviamo un iter – spiega l’assessore Silvestri – La soprintendenza sarà comunque chiamata ad esprimersi sulla questione». In Consiglio comunale, con pregi 21 voti contrari e 5 favorevoli, la pregiudiziale di Cappelli viene respinta. L’approvazione della proposta tecnica preliminare della variante parziale proposta da Magazzini Gabrielli in zona Monterocco viene dunque confermata, in attesa di ulteriori sviluppi.

Cappelli mostra le foto in Consiglio
«È un tema abbastanza complesso – conclude Cappelli – È un dato di fatto che la variante richiesta sia stata approvata in tempi rapidissimi, sconcertanti, nonostante la rilevanza dell’intervento, la complessità del contesto e la delicatezza dell’area interessata. Un ulteriore nodo riguarda la scelta di prevedere un supermercato giustificato come “servizio per il quartiere” quando ad oggi, nel raggio di poche centinaia di metri, in quell’area esistano già due aree commerciali consolidate. È legittimo chiedersi quale sia il reale fabbisogno che giustifichi un ulteriore grande insediamento commerciale in quell’area. Abbiamo bisogno di nuove case, di nuovi abitanti, non di altri supermercati. Non si tratta di una valutazione economica, ma di una scelta che ha ricadute sull’equilibrio urbano, sul traffico e sul commercio di prossimità, ovvero quello del centro storico».
«Questo progetto, nei dieci anni di assessorato all’urbanistica, l’ho voluto fortemente io per riportare abitanti ad Ascoli – dice il consigliere Lattanzi – Il tentativo fu di fare un piano-casa che comprendeva accordi di edilizia convenzionata, a prezzi contenuti. All’epoca era fattibile, ma poi i proponenti privati sono falliti entrambi. Il supermercato di Monterocco rientrava in questo piano, per un riequilibrio socio-economico e urbanistico del territorio. Ma nel tempo è scemato l’interesse delle imprese verso le case. Purtroppo è il mercato che detta legge. Ma il supermercato, oggi, sarebbe comunque l’inizio di una riqualificazione».
«Studi economici dimostrano che laddove nascono più attività economiche, si generano più entrate per tutti e si genera un miglioramento – conclude Fioravanti – Lo vediamo in centro storico: con 200 attività avviate negli ultimi anni, abbiamo avuto un incremento di tutte le attività. L’economica smentisce la visione comunista portata avanti. Lo sviluppo commerciale non deve definirlo il Comune: quanti supermercati aprire, quanti bar aprire… Il Comune deve valutare a livello urbanistico e di visione le proposte che arrivano dal mondo privato. Non abbiamo stravolto il progetto di Lattanzi, ma oggi va rivisto. Oggi più sviluppiamo attività ad Ascoli Piceno, più si crea competitività, elevazione della qualità e mantenimento dei costi. E la visione urbanistica è questa: l’espansione a livello cittadino e delle frazioni a livello commerciale e di servizi, consumo di suolo zero e riattamento delle abitazioni per ripopolare la città».
A.P.
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