
(foto Ascoli Calcio)
di Salvatore Mastropietro
Prima metà di campionato ormai in archivio e, in casa Ascoli, la sosta natalizia diventa il momento ideale per fermarsi e guardare ai numeri. Il bilancio del girone d’andata è senza dubbio positivo: 34 punti conquistati (37 sul campo, includendo anche la vittoria contro il Rimini poi escluso dal campionato) rappresentano un bottino che a giugno-luglio pochi avrebbero pronosticato. Una base solida, costruita settimana dopo settimana, dalla quale ripartire per affrontare un 2026 che dovrà essere quello dell’ulteriore crescita di tutto il progetto tecnica.

(foto Ascoli Calcio)
Il punto di forza più evidente del Picchio è la fase difensiva. Con appena 7 gol subiti in 19 gare, l’Ascoli vanta la miglior difesa non solo del proprio girone, ma dell’intera Serie C. Un dato che certifica il lavoro collettivo della squadra, efficace sia nel controllo del possesso – che riduce l’esposizione ai pericoli – sia nell’organizzazione senza palla. La solidità è diventata il marchio di fabbrica dell’Ascoli di Tomei, capace di concedere pochissimo e di restare quasi sempre dentro le partite.

D’Uffizi con 7 reti è il miglior marcatore bianconero (foto Ascoli Calcio)
Questa affidabilità emerge chiaramente anche analizzando l’andamento delle gare. Quando l’Ascoli è passato in vantaggio, ha vinto 9 volte su 10: l’unica eccezione è il pareggio per 1-1 contro il Gubbio. Viceversa, quando i bianconeri non sono riusciti a sbloccare le partite, il risultato è stato quasi sempre inevitabile: quattro 0-0 e due sconfitte. Ancora più indicativo il dato sui punti ottenuti da situazioni di svantaggio: l’Ascoli è riuscito a pareggiare solo in due occasioni (a Carpi e a Pesaro), perdendo invece contro Ravenna e Arezzo. Un confronto che pesa se si considera che le prime due della classe hanno costruito gran parte del loro vantaggio proprio da situazioni simili, conquistando rispettivamente 10 e 12 punti dopo essere andate sotto.
Anche la distribuzione temporale delle reti segnate offre spunti di riflessione. L’Ascoli colpisce soprattutto a ridosso dell’intervallo (9 gol tra il 31’ e il 45’) e all’inizio della ripresa (6 gol tra il 46’ e il 60’). Molto meno incisivo, invece, il finale di gara: solo 4 le reti segnate tra il 75’ e il 90’, una sola delle quali – quella di Rizzo Pinna a Carpi – decisiva per portare a casa punti. Sempre prendendo come riferimento le prime due della classe, Ravenna e Arezzo, non a caso, fanno nettamente meglio negli ultimi minuti e addirittura nei recuperi, dove hanno segnato 5 gol ciascuna dal 90’ in poi.
Un altro dato che racconta l’identità di questo Ascoli è quello disciplinare: con 28 cartellini gialli, una sola doppia ammonizione (Ndoj a Sassari) e nessuna espulsione diretta, il Picchio è la squadra più corretta del campionato. Un segnale di controllo, equilibrio e maturità.
Emerge il quadro di una squadra estremamente solida, difficile da battere, ma che ha ancora margini importanti di miglioramento nella produzione offensiva e nella capacità di incidere nei momenti chiave delle partite. Ed è proprio qui che il mercato di gennaio potrebbe dare una mano: aumentare la varietà di soluzioni a disposizione di Francesco Tomei potrebbe essere il tassello decisivo per trasformare una base già solida in una vera corsa di vertice.
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