Convalidato l’arresto di Farah:
«L’incidente? Non ricordo»
Parla l’avvocato difensore (video)

LA TRAGEDIA DI PORTO RECANATI - Il 34enne è comparso davanti al giudice questa mattina. Ha detto di non essere lucido e ha espresso parole di cordoglio per Gianluca Carotti e Elisa Del Vicario, la coppia morta nello schianto avvenuto tra sabato e domenica. Il gip deve decidere sulla misura cautelare
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L'avvocato Vando Scheggia

di Laura Boccanera 

Convalidato l’arresto di Marouane Farah, il 34enne marocchino responsabile della morte di Elisa del Vicario e Gianluca Carotti, la coppia uccisa sabato notte a Porto Recanati. Entro la mattinata si deciderà la misura detentiva: il giudice Claudio Bonifazi si è riservato di decidere se la misura cautelare sarà in carcere come chiesto dal Pm Enrico Riccioni o ai domiciliari come richiesto dall’avvocato Vando Scheggia.

Il pm Enrico Riccioni e il comandante della polizia stradale Massimo Laliscia

L’incidente è avvenuto nella notte tra sabato e domenica lungo la Adriatica a Porto Recanati. Secondo la ricostruzione della procura Farah ha invaso la corsia opposta, da qui lo schianto con la vettura su cui viaggiavano Carotti e Del Vicario con i figli. Il tasso di alcol nel sangue del 34enne era di 1,87 grammi per litro. Questa mattina il giudice gli ha contestato l’omicidio stradale plurimo aggravato e il possesso di circa 80 grammi di hashish rinvenuti nella sua abitazione durante una perquisizione avvenuta poco dopo l’incidente.

Il giudice Claudio Bonifazi

Farah Marouane al pm e al giudice ha raccontato di non ricordare i dettagli dell’incidente, di non sentirsi completamente lucido e ha comunque espresso parole di cordoglio per i bimbi della coppia: «Piange – ha detto Vando Scheggia che assiste Farah assieme all’avvocato Emanuele Senesi – È in condizioni psicologiche malandate, ha fatto riferimento per i bambini della coppia che gli ricordano il suo. Sull’incidente non ha dichiarato nulla di rilevante, non si ricorda. Aspettiamo ora la decisione del giudice, sulla convalida nulla ho opposto, invece ho fatto presente che a parer mio anche ad adottare una misura cautelare gli arresti domiciliari bastino a scongiurare il pericolo. La cautela serve per impedire che una persona commetta di nuovo il reato e un reato che si commette guidando la macchina sia che stia ai domiciliari che in carcere viene scongiurato».

Tragico schianto sull’Adriatica «Il 34enne era ubriaco e sotto l’effetto di stupefacenti»

 


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