di Adriano Cespi
Nel centrodestra ascolano non si sono ancora spente le polemiche dopo la candidatura a sindaco di Marco Fioravanti di Fratelli d’Italia. Decisione presa dal tavolo romano sulla scorta della ripartizione nazionale delle candidature. Regione Piemonte, e poi Bergamo, Firenze, Prato: tanti i tasselli da sistemare. Che alla fine hanno prodotto questo risultato a sorpresa, ma soprattutto premiato la volontà di Giorgia Meloni che, più di Salvini e Berlusconi, ha preteso Ascoli, città dove il centrodestra, a guida Forza Italia, governa da 20 anni. Al punto, secondo quanto trapela da ambienti ben informati del centrodestra, che sarebbe stata disposta anche a rinunciare a Pesaro (il cui candidato sindaco è Nicola Baiocchi, segretario comunale del suo stesso partito) pur di ottenere il capoluogo piceno e “regalare” la poltrona di primo cittadino al giovane presidente del Consiglio comunale.
Piero Celani (Foto Andrea Vagnoni)
Per Fioravanti, quella del 26 maggio, sarà la seconda elezione importante nel giro di un anno. Il 4 marzo scorso, infatti, partecipò, anche in questo caso attraverso una candidatura a sorpresa catapultata direttamente da Roma, alla competizione elettorale per la Camera dei Deputati, perdendo, inaspettatamente, nel collegio uninominale di Ascoli, contro il candidato del M5S, Roberto Cataldi.
Partiti divisi fino a ieri nella conquista della poltrona da primo cittadino, da oggi Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia dovranno viaggiare uniti e compatti verso l’Arengo. Ma sarà così? L’insoddisfazione che serpeggiava, anche oggi, tra la base leghista e quella forzista per la bocciatura di un loro rappresentante (Andrea Antonini, da una parte, Piero Celani, dall’altra) rientrerà nel corso della campagna elettorale, oppure coverà sotto la cenere fino al giorno del voto?
Celani, dopo l’assemblea nazionale di Forza Italia, pronto alla corsa solitaria. Difficile tastare con mano il gradimento della candidatura Fioravanti nell’elettorato ascolano. Soprattutto se, nello stesso centrodestra, dovesse presentarsi un’altra candidatura.
Luigi Lattanzi e Marco Fioravanti
Quella di Piero Celani, ad esempio, vice presidente del Consiglio regionale ed esponente di spicco di Forza Italia, che ieri ha partecipato all’assemblea nazionale azzurra dove Silvio Berlusconi ha compattato il partito in vista delle elezioni amministrative ed europee. Celani, è inutile dirlo, già sindaco per dieci anni prima dell’avvento di Guido Castelli all’Arengo, è una figura rappresentativa per l’elettorato moderato ascolano e gode di molti consensi. E, come tale, potrebbe dare molto fastidio a Fioravanti. Celani, tra l’altro, pur andando con una sua lista civica e privo del simbolo del suo partito, Forza Italia (che, nell’ottica nazionale dell’unità della coalizione, dovrebbe appoggiare Fioravanti), potrebbe avere dalla sua diverse liste civiche. Alcune delle quali alle precedenti comunali del 2014 incassarono bei risultati. L’ex sindaco potrebbe, infatti, ottenere l’appoggio della lista “Pensiero Popolare Piceno” che fa capo all’assessore all’urbanistica, Luigi Lattanzi; di “Movimento Ascolano” dell’ex assessore comunale Claudio Travanti; di “Ascoli per Ascoli” dell’ex assessore Davide Aliberti. E avrebbe dalla sua anche altri noti esponenti politici ascolani come il presidente della commissione Servizi comunali, Simone Matteucci; Walter Gibellieri e il fratello, l’assessore al Bilancio, Daniele Gibellieri; oltre agli ex Udc Francesco Viscione e Attilio Acciaccaferri; e perfino, come ultim’ora, l’ex assessore Cesare Celani. Per non parlare dell’ex senatore Udc, Amedeo Ciccanti, ideatore del progetto del polo antisovranista che, in un’ipotesi di voto ballottaggio, potrebbe calamitare su Celani anche i consensi della componente moderata del Pd, quella che fa capo all’ex deputato, Luciano Agostini.
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