Il ritorno di Piero Celani:
«Con me la vera Forza Italia,
è giunta l’ora della discontinuità»

ASCOLI - L'ex sindaco: «Lascio una "poltrona" comoda. Lo faccio perché questa città mi ha dato tanto e voglio ora mettere a disposizione la mia esperienza fatta anche dalla somma di errori e bastonate. Voglio un confronto con Castelli»
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Piero Celani con la sua squadra (Fotoservizio Andrea Vagnoni)

di Renato Pierantozzi

«Non vado in bici, ma con un risciò pieno di tantissimi amici. La vera Forza Italia è con me, dove sono da 25 anni e dove ci sono tutti gli assessori iscritti come Luigi Lattanzi e Valentino Tega». Parole e musica del candidato sindaco Piero Celani che nell’attesissima conferenza stampa di oggi alla Rinascita non ha deluso le aspettative. In sala, tra gli altri, anche gli ex assessori Davide Aliberti e Claudio Travanti, i consiglieri Simone Matteucci, Maria Chiara Martini, Attilio Lattanzi, Igino Cacciatori, Laura Balestra, l’ex dirigente comunale Vincenzo Ballatori e tanti esponenti delle liste e della politica ascolana (come Walter Gibellieri, insieme al vice commissario regionale di Fi Claudia Regoli e il vicario nazionale dei giovani azzurri Alessio Pagliacci, Domenico Fanini di Bene Comune, Claudio Tempera, Emidio Tosti Guerra, Sara Brunone tanti altri) che andranno a sostenere la ricandidatura a sindaco dell’attuale vice presidente del Consiglio regionale. «Lascio una “poltrona” comoda in Regione -aggiunge Celani- e in tanti, a partire da mia madre, mi chiedono: perchè lo fai? Lo faccio perchè questa città mi ha dato tanto e voglio ora mettere a disposizione la mia esperienza che è fatta, come mi fu spiegato da giovane, anche dalla somma di errori e “bastonate”. Invece chi cerca il rinnovamento radicale vuole distruggere tutto».

L’AFFONDO – Celani poi affonda i colpi “politici” e il bersaglio numero uno sembra essere non tanto Marco Fioravanti, ma direttamente il sindaco Guido Castelli. «Dobbiamo dare discontinuità -tuona Celani raccogliendo gli applausi della sala- e i primi ad accorgersene che qualcosa non andava sono stati i vari Lattanzi, Tega e Gibellieri che poi racconteranno il backstage di quello che è successo. Non potevano parlare. Senza dimenticare chi è stato allontanato come Aliberti, Travanti e Tega. Non faremo sconti. In questi anni la città si è chiusa in se stessa, non parlando con nessuno con la sindrome dell’accerchiamento. In Regione mi chiedono: ma cosa sta succedendo ad Ascoli? Invece si è cercato sempre un nemico e quando si mette la testa sulla ghigliottina alla fine capita che qualcuno passa e la mette in azione. E’ ora di iniziare a ritornare a parlare con la gente senza affidarsi alle raccolte firme». Poi Celani si leva due sassolini dalle scarpe pesanti come macigni . «Qualche buontempone -afferma- va dicendo che noi abbiamo l’accordo con il Pd. Ma dall’altra parte (nello schieramento di Fioravanti, ndr), o mi sbaglio, ci sono già in lista esponenti eletti nelle file del Pd. Bisogna stare calmi quindi a lanciare queste accuse. Chi, poi, ha partecipato alle primarie del Pd nel 2009 e nel 2014? -chiede ironicamente Celani- Noi siamo trasparenti, dialoghiamo e ci confrontiamo, ma non siamo noi a fare gli accordi con il Pd. Non scherziamo con il fuoco altrimenti iniziamo a tirare fuori i flussi di voti e vediamo chi è esperto a fare gli inciuci. Voglio confrontarmi in modo pubblico non tanto con Fioravanti, ma con l’attuale sindaco. Sono stato per dieci anni in esilio, senza che nessuno mi abbia mai coinvolto, nonostante sia stato sempre una forza trainante del centrodestra».

IL CASO QUINTANA- Il secondo affondo è sulla rievocazione storica tornata al centro dell’attenzione per la questione del palio del 2007 non assegnato dall’allora magnifico messere Piero Celani al sestiere di Porta Solestà dopo una travagliata giostra di luglio in cui successe di tutto. Il caso è stato riesumato, dopo 12 anni, dalla parlamentare grillina e chiarina gialloblu Rachele Silvestri. Celani anche in questo caso è durissimo. «Pochi giorni fa i grillini avevano chiesto alla politica di stare fuori dalla quintana e poi intervengono per chiedere l’assegnazione del palio -dice- chiedendo di rivalutare le carte. Perchè non è stato fatto nel periodo che va dal 2009 al 2019? Io nel 2007 c’ero e presi la decisione in una notte. Magari qualcun altro stava al Palio di Siena o ai V’lurd offidani».

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